di Vittorio Alessandro
Pur non conoscendolo personalmente, credo che Franco Miccichè, candidato sindaco di Agrigento, sia una persona per bene. Temo però che, come a molti prestati alla politica e non avvezzi alla visione d’insieme, gli sfugga la portata dello slogan regalatogli dal governatore siciliano Musumeci: riperimetrare il Parco archeologico, ovvero ridurne l’estensione.
Una testa d’ariete dietro la quale si dispongono già i maestri del cemento e del consumo di territorio, confortati da una giunta regionale che, già con le Norme di governo del territorio approvato di recente, ha disegnato un piano che (a detta del Ministero dell’Ambiente che lo ha impugnato) “non garantisce e tutela beni costituzionalmente garantiti come il paesaggio, l’ambiente ed il patrimonio storico e artistico della nazione”, e produce “una lesione diretta dei beni culturali e paesaggistici tutelati, con la conseguente grave diminuzione del livello di tutela garantito nell’intero territorio nazionale”.
Il dottor Micciché si è messo, e vuol mettere anche noi, in queste mani.
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