di Mauro Seminara
Ieri Lampedusa è stata interessata da tre eventi di diverso tipo ma tutti e tre legati a migrazione irregolare. Ancora buio, la Guardia di Finanza ha intercettato un piccolo peschereccio tunisino della marineria di Monastir che aveva a bordo passeggeri irregolari e probabilmente era pronto a farli sbarcare a Lampedusa dopo aver violato le acque territoriali italiane. Dal peschereccio sono stati fatti sbarcare, nel porto dell’isola dove è stato scortato, circa una dozzina di probabili harraga che tentavano di introdursi in Italia lasciandosi alle spalle la fame della crisi economica tunisina. Sottoposto a sequestro preventivo il peschereccio colto in flagranza di reato secondo il Testo Unico sull’Immigrazione Clandestina dai militari delle Fiamme Gialle, il comandante è stato fermato e condotto in caserma per le procedure di rito, i restanti tre membri di equipaggio sono rimasti a bordo con un militare di piantone ed i passeggeri illegali sono stati trasferiti al centro di prima accoglienza dell’isola dopo il triage sanitario.
Qualche ora più tardi, intorno alle cinque del pomeriggio, una motovedetta della Guardia Costiera ha toccato la banchina del porto di Lampedusa con circa quaranta migranti tra i quali anche sei donne e quattro bambini. Nazionalità miste, subsahariani ma anche nordafricani, con porto di partenza Sfax, in Tunisia, confermato anche dall’imbarcazione giunta pochi minuti dopo – vuota per via del trasbordo sulla motovedetta – pilotata da un guardacoste. Mentre dalla unità SAR classe 300 della Guardia Costiera scendevano uomini, donne e bambini presi in braccio dai marinai, la motovedetta dondolava vistosamente evidenziando le irrequiete condizioni meteo marine anche dentro il porto dell’isola. Circa un’ora più tardi tutti i migranti, smarriti ed ancora scombussolati dal viaggio su un barchino di pochi metri in cui prendevano posto 38 persone, si trovavano al centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola e sull’isola tramontava l’ultimo raggio di luce.
Intorno alla mezzanotte in porto sono arrivate due motovedette con a bordo novanta migranti miracolosamente vivi che avevano lasciato la costa della Libia per raggiungere un luogo sicuro in Europa. Altri novanta migranti in prevalenza eritrei ma anche alcuni marocchini e pakistani, con cinque donne e ventisei minori sono arrivati appena in tempo nei pressi di Lampedusa dove ad intercettarli, fermarli e prenderli a bordo è stata la Guardia Costiera in dirittura di arrivo di un lunghissimo e pericoloso viaggio. Circa un’ora per esperire tutte le procedure prima del trasferimento al centro di prima accoglienza di quelle persone ancora molto provate ed incredule per il porto sicuro raggiunto. Poi sull’isola si è alzato un inquietante vento, preludio di un temporale con scariche di fulmini e forte pioggia nel cuore della notte. Se la barca salpata dalla costa ovest della Libia avesse tardato di qualche ora, magari per un’avaria, avrebbero trovato una tempesta invece che una motovedetta ad attenderla entro le dodici miglia e sarebbero probabilmente morti tutti.
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