La serie 400 della Guardia Costiera rinasce con il varo della “CP-420 Natale De Grazia”, la più grande autoraddrizzante del Corpo che porterà il nome di un paladino del mare deceduto il 12 dicembre 1995. La Natale De grazia è stata varata ieri, in occasione del venticinquesimo anniversario della morte, in circostanze mai del tutto chiarite, dell’ufficiale di Guardia Costiera di cui porterà il nome. Alla cerimonia di varo erano presenti il comandante generale delle Capitanerie di Porto, ammiraglio Giovanni Pettorino, e Anna Vespia, la moglie del Capitano di Fregata, che in qualità di madrina cerimoniale ha dato il via al varo della nave. La CP-420 è una imbarcazione nata per potenziare la forza SAR (ricerca e soccorso) della Guardia Costiera italiana con i suoi 33 metri di lunghezza e dieci uomini di equipaggio che ne fanno una delle unità SAR più grandi al mondo.
La Natale De Grazia, il cui varo è stato programmato per il venticinquennale della scomparsa del Capitano De Grazia, è un progetto che nasce inizialmente come serie “CP-3000”. Di fatto è una sorella maggiore della serie “CP-300” della Codecasadue, autoraddrizzante ed inaffondabile come esse, ma di produzione “Cantieri Navali Intermarine” (Gruppo Immsi) di Sarzana. La stessa realtà della cantieristica navale italiana che ha prodotto 44 unità cacciamine per le Marine Militari di otto Paesi, fra i quali USA, Finlandia, Australia e Italia. La serie “CP-3000” è stata però varata come serie “CP-400” andando a ricoprire un segmento operativo navale della Guardia Costiera rimasto scoperto con il pensionamento delle navi ormai datate sia per condizioni che per tecnologia e propulsione.
La “CP-420 Natale De Grazia” è stata varata il 12 dicembre per una scelta fortemente voluta dal Comando Generale che ha così deciso di omaggiare la memoria dell’Ufficiale della Guardia Costiera, “medaglia d’oro al merito di Marina e vittima del dovere, morto in circostanze non ancora chiarite mentre indagava, per conto della Procura di Reggio Calabria, su un traffico di rifiuti radioattivi a bordo di navi mercantili nel Mediterraneo”. Nel dicembre del prossimo anno è prevista la consegna della seconda unità navale della serie, la “CP-421 Roberto Aringhieri”. La CP-420 è quindi la prima di una serie di unità navali dedicate al Search and Rescue (SAR) che il Corpo ha deciso di battezzare “Angeli del Mare”. Un soprannome che fino a qualche anno addietro veniva affidato con la massima stima ad ogni uomo della Guardia Costiera, Corpo dello Stato italiano che si è sempre distinto tra le guardie costiere mondiali ed in particolare per l’incredibile numero di vite umane salvate sulla rotta dei migranti nel Mediterraneo centrale.
La “Natale De Grazia”, la cui costruzione richiede a “Cantieri Navali Intermarine” un anno circa, arriva in un momento in cui gli “Angeli del Mare” subiscono una grave costrizione politica con l’arretramento entro le dodici miglia nautiche delle proprie unità SAR dopo una contrapposizione “amministrativa” alle navi delle Organizzazioni non governative che negli ultimi tempi supplivano all’assenza di navi da soccorso statali nel Mediterraneo centrale. La “CP-420” veniva quindi costruita mentre le CP-300 si fermavano agli ormeggi più di quanto facevano in passato con il loro precedente impiego ordinario. Ulteriore conflitto ideologico sulla commissione delle nuove unità navali SAR è costituito dal mancato impiego in tal ambito operativo delle ammiraglie della flotta Guardia Costiera, con le navi “Diciotti” e “Dattilo” relegate a vigilanza pesca e simili ruoli anche in presenza di emergenze in mare di ben altra natura ed in condizioni meteo che vedrebbero queste grosse serie “CP-940” insostituibili supporto. Sul diverso impiego delle navi in questione, alla domanda rivolta al vicecomandante generale delle Capitanerie di Porto dalla giornalista del programma di La7 “Piazza Pulita” la scorsa settimana, l’ammiraglio Sergio Liardo ha improvvisamente ricordato un impegno che non gli consentiva di rispondere. Lo stesso giorno del varo a Messina della “CP-420 Natale De Grazia” a Catania si celebrare l’audizione, tra gli altri anche dell’ex ministro dei Trasporti, cui fa capo la Guardia Costiera, per il procedimento a carico dell’ex ministro degli Interni sul caso di sequestro di persona a bordo della nave “Gregoretti” della Guardia Costiera italiana.
Sul ponte della nuova unità navale della Guardia Costiera varata ieri a Messina si legge il motto “Tenax pro maris salute”. Questo, spiega la Guardia Costiera, “è il motto ufficiale della nave che esprime, grazie all’autorevolezza della lingua latina, il senso del lavoro di De Grazia: ‘ho lottato con tenacia per l’ambiente marino’.” Questo in sintesi il lascito del Comandante alle nuove generazioni – prosegue una nota dell’ufficio comunicazione del Corpo – e soprattutto a coloro che si apprestano a indossare la divisa e a rendere un prezioso servizio alla collettività. Al termine della verifica di conformità e del periodo di familiarizzazione da parte del suo equipaggio, che ufficializzeranno la consegna amministrativa, la nave potrà inalberare il Tricolore, affidata al Comandante designato, il Tenente di Vascello delle Capitanerie di porto, Massimiliano Quinto. “La CP 420 ‘Natale De Grazia’ è una nave che ambisce, insieme al suo equipaggio – ha sottolineato l’Ammiraglio Pettorino – a dimostrare quei valori, quella generosità quella passione propri del Comandante di cui porta inciso, con orgoglio e fierezza, il nome”.
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