di Mauro Seminara
Avevamo già annunciato che la Tunisia, in particolare il porto di Sfax al quale sembra volersi aggiungere anche quello di Zarzis (nell’estremo sud), stavano progressivamente diventando il canale di fuga alternativo alla Libia dei respingimenti per procura. Una barca con a bordo 45 persone, prevalentemente di etnia subsahariana come tipico nel traffico libico, ha fatto naufragio questa notte al largo della Tunisia. La notizia è stata convalidata da un alto funzionario del Governo tunisino che ha anche annunciato il recupero di venti corpi aggiungendo che “ne sono stati salvati cinque e tutti provengono dall’Africa subsahariana”. La tragedia si è consumata a sei miglia dalla costa di Sfax. Ali Ayari, funzionario del Ministero degli Interni tunisino, ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che a bordo dell’imbarcazione si trovavano 45 persone. Ricerche in corso per venti dispersi che dopo circa dodici ore dalla tragedia pare non siano ancora stati trovati. Si suppone che il numero complessivo delle vittime possa ufficializzarsi presto in 40 con soli cinque superstiti. Le finestre meteo apparentemente favorevoli alle traversate nel periodo natalizio non sono eventi eccezionali e purtroppo neanche i naufragi lo sono.