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Quel bambino che sognava il calcio

Una delle vittime di naufragio trovate sulla spiaggia di Mostagamen in Algeria il 2 gennaio 2021

di Mauro Seminara

Non è una storia a lieto fine come quelle del film “Goal”, successo cinematografico del 2005 in cui il giovane Santiago Munez (interpretato da Kuno Beker), messicano entrato illegalmente negli Stati Uniti e calciatore di grande talento, diventa una star del calcio mondiale con la maglia del Newcastle United grazie ad un talent scout inglese che lo vede giocare in un povero campo di calcio della periferia di Los Angeles. Questa è la storia vera di un bambino che voleva giocare a calcio ma il confine che aveva tentato di attraversare con la sua famiglia è fatto di mare e dall’altra parte non ci è mai arrivato. Il suo corpo è tra quelli che sono stati trovati sulla spiaggia di Mostagamen, sulla costa nordovest dell’Algeria, la mattina di sabato 2 gennaio 2021. La loro barca è finita tra le onde di una violenta burrasca e su quella spiaggia il mare ha restituito i rottami di uno scafo in vetroresina con quel che rimane del motore fuoribordo e sette corpi.

Abbiamo fatto una scelta già in un’altra occasione ed intendiamo rifarla in questa, mostrando cosa rimane di un essere umano dopo la morte in mare. E grazie alla Organizzazione non governativa Héroes del Mar possiamo anche mostrare chi era uno di quei tre bambini che il Mar Mediterraneo, anche questa volta, ha deciso di rendere agli occhi del mondo invece di seppellirlo nell’abisso. I corpi di un uomo, tre donne e tre bambini, incluso quello del giovanissimo aspirante calciatore, sembrano ormai non più umani. Bianchi e gonfi, privi delle sembianze dell’essere umano e più simili a quelle di una bambola di lattice bianco che ne imita goffamente le fattezze. Sono solo alcuni tra migliaia di corpi che la spinta degli Stati africani di partenza e la chiusura degli Stati europei di destinazione costringono alla morte orribile dell’annegamento. In questa civiltà anestetizzata dal consumismo e corrotta dal nazionalismo che eleva muri e filo spinato a difesa delle frontiere, noi vogliamo mostrare ciò che molti non vogliono vedere. Ecco chi hanno ucciso le frontiere dei visti impossibili.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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