di Mauro Seminara
Salvini appare subito nervoso e il suo difensore, l’avvocato Giulia Bongiorno, in difficoltà rispetto alla determinazione con la quale la si conosce quando ritiene di avere in mano una buona linea difensiva. Al contrario, l’avvocato della parte civile Open Arms, costituitasi tale nell’eventuale processo all’ex ministro e di fatto parte offesa nella condotta riconosciuta meritevole di approfondimento giudiziario dal Tribunale dei ministri, è apparsa al punto stampa dell’aula bunker di Palermo in grande spolvero. Sicura quindi delle carte che ha in mano per rappresentare la responsabilità unica di Matteo Salvini ministro degli Interni – all’epoca dei fatti – nella negazione del place of safety (luogo sicuro di sbarco) ai naufraghi soccorsi dalla nave della Ong spagnola Open Arms nell’agosto del 2019.
L’avvocato della difesa ha ripreso i soliti temi sullo Stato di bandiera della nave soccorritrice e sugli interventi di salvataggio della Open Arms a suo dire non classificabili come eventi SAR (ricerca e soccorso) perché non coordinati da una sala operativa di International Maritime Rescue Coordination Centre. La tutela legale della parte civile Open Arms punta invece dritto ai dettami del diritto internazionale disatteso dall’ex ministro che, a differenza del periodo in questione, quando era “uomo forte” che vantava di agire da solo e si candidava ad essere guida unica di un eventuale governo, adesso invoca anche in aula davanti il giudice per le udienze preliminari la collegialità della decisione di negare il porto e la natura politica di tale decisione.
In uno scambio tra la parte civile Open Arms, presentatasi in un punto stampa prima del possibile imputato Salvini, e la difesa dell’ex ministro emergono facili i contrasti che in maniera documentale sono stati esposti in aula. A parlare sono infatti gli avvocati delle parti, che noi vi proponiamo con una sorta di confronto video in stile “botta e risposta” per semplificare la lettura delle loro rispettive dichiarazioni. L’ammissione di prove richieste dalla difesa ha indotto un rinvio di udienza al 20 marzo per la valutazione di eventuale ulteriore acquisizione, mentre oggi sono state accolte tutte le istanze di costituzione parte civile che saranno 18. Tra queste appunto anche Open Arms ma anche 5 dei 147 naufraghi che sarebbero stati sequestrati sulla nave Ong per disposizione dell’ex ministro Salvini. I toni della prima udienza, tenutasi oggi presso l’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, non sembrano favorevoli al leader della Lega che, in caso di rinvio a giudizio, si vedrebbe imputato per le ipotesi di reato di sequestro di persona aggravato e rifiuto di atti d’ufficio.