di Mauro Seminara
Un volo della Guardia di Finanza è stato approntato per il trasferimento degli ultimi cinque migranti ospiti del centro di prima accoglienza di Lampedusa. Per lo sgombero di quello che viene ancora definito impropriamente “hotspot” è stato fatto alzare in volo un ATR-42 delle Fiamme Gialle da Pratica di Mare, alle porte della capitale, per attraversare lo stivale fino alla maggiore isola delle Pelagie. Il velivolo ha fatto un breve scalo sulla pista dell’aeroporto di Lampedusa dove le forze dell’ordine hanno scortato i cinque migranti. Da Lampedusa è poi decollato alla volta di Catania per far scendere i cinque super passeggeri messi a bordo di un velivolo dotato di notevole tecnologia, degna di una sala operativa dalla quale i militari del ROAN intercettano trafficanti di droga e contrabbandieri di varia natura.
Dopo lo scalo a Fontanarossa, aeroporto internazionale del capoluogo etneo, l’ATR-42 della Guardia di Finanza ha ripreso il volo per rientrare a Pratica di Mare. Tra i cinque migranti trasferiti con il velivolo che ha fatto la lunga rotta Pratica di Mare – Lampedusa, Lampedusa – Catania e infine Catania – Pratica di Mare, c’era anche il familiare dei sei ragazzi scomparsi in mare dopo essere partiti da Sfax, in Tunisia, il 6 gennaio alla volta della costa italiana. I cinque migranti, incluso il familiare che aveva lanciato l’allarme sulla scomparsa dell’imbarcazione, sono stati trasferiti – da quanto siamo riusciti ad apprendere mediante fonti informate dei fatti – in un Centro per il Rimpatrio. L’operazione, palesemente non canonica, pare essere costata parecchio alle casse dello Stato con il volo speciale di questa mattina. Nel frattempo continua a risultare inghiottita nel nulla la barca sulla quale navigava il parente di uno dei cinque passeggeri speciali di Lampedusa.