Doppio arrivo a Lampedusa tra richiedenti asilo e disabili

Due imbarcazioni hanno raggiunto Lampedusa partendo dalla Libia la prima e dalla Tunisia la seconda. Ancora persone con disabilità partite dalla Tunisia per raggiungere l'Italia, terzo evento in dieci giorni

Una motovedetta della Guardia Costiera con 18 migranti a bordo la sera del 28 gennaio 2021 a Lampedusa

di Mauro Seminara

Ieri a Lampedusa ci sono stati due cosiddetti sbarchi di migranti. Due eventi molto diversi tra loro che denotano la caleidoscopica diversità del fenomeno troppo spesso e troppo genericamente definito “migratorio”. Un peschereccio è arrivato nei pressi delle acque territoriali italiane per chiedere protezione ancora prima dell’approdo. A bordo c’erano sette pescatori di nazionalità egiziana che pare siano partiti dalla Libia dopo aver lavorato per poter raggiungere il loro obiettivo di avere una barca con cui lasciare il nord Africa. Dalle prime informazioni che abbiamo ricevuto, pare anche che i pescatori-profughi abbiano subito chiarito alle autorità che non è loro intenzione fermarsi in Italia. Il loro progetto però è destinato a scontrarsi con la realtà giuridica italiana ed europea, e soprattutto con l’illogica persistenza del Regolamento d Dublino che vincola la loro richiesta di protezione al Paese di primo approdo.

In serata è stata anche fermata una piccola imbarcazione con a bordo diciotto migranti tunisini, partiti dalla Tunisia con a bordo ancora persone con disabilità. Si tratta adesso del terzo sbarco di migranti tunisini con persone audiolese a bordo. Tra i diciotto presi a bordo da una motovedetta della Guardia Costiera erano infatti sette a soffrire di sordità. Nei due precedenti eventi registrati a Lampedusa in pochi giorni, uno il 19 gennaio e l’altro la notte tra il 19 ed il 20, erano presenti sei disabili su una barca e quattro sull’altra. Tutti e dieci sono stati poi imbarcati sulla nave quarantena Rhapsody che ha lasciato Lampedusa per aggregarsi alla SNAV Adriatico – la nave quarantena dello sbarco dalla nave Ong Ocean Viking – ad Augusta. Pescatori egiziani che lavorano in Libia per guadagnarsi una barca con cui fuggire in Europa e chiedere asilo e migranti tunisini che lasciano la patria affrontando le difficoltà di un viaggio illegale e pericolo malgrado la propria disabilità non si possono accorpare facilmente nel gigantesco mucchio dei “migranti clandestini” come una certa propaganda vorrebbe.

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Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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