di Mauro Seminara
Alle quattro di questo pomeriggio un barchino di modeste dimensioni è entrato in porto a Lampedusa ed in completa autonomia è avvenuto lo sbarco di 84 persone partite da un porto della Tunisia. Si tratta ormai di prendere con filosofia il dispendio di denaro pubblico, non soltanto italiano, che non viene impiegato per evitare possibili naufragi e che da quel che si evince neanche a monitorare le condizioni delle barche di migranti che salpano dalla costa nordafricana. Tutti gli occhi sono puntati sulla Libia, dove le condizioni dei migranti sono estremamente lontane da quelle previste dai protocolli internazionali sui diritti umani. Denaro a valanga per milizie libiche dotate di motovedette italiane, assistenza tecnica italiana, supplenza della sala operativa operata dall’Italia malgrado l’IMO (agenzia delle Nazioni Unite) ha affidato un’area SAR vastissima alla Libia, e poi anche pattugliamenti aerei dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne con i suoi velivoli noleggiati insieme agli equipaggi ed infine anche dei velivoli italiani nel caso non bastasse la presenza della Marina Militare tricolore nel Mediterraneo centrale. Malgrado ciò, il barchino che vedete in foto, carico di 84 persone, ha navigato dal porto di Sfax – Tunisia – fino a dentro il porto di Lampedusa senza essere stato intercettato prima da motovedette italiane o assistito al cosiddetto “ultimo miglio” come è ormai consuetudine.
La piccola barca in legno a bordo della quale hanno viaggiato 84 persone dalla Tunisia fino al porto italiano di Lampedusa per approdarvi in autonomia il 30 gennaio 2021
Dalla piccola barca in legno sono scese 37 donne e 18 minori. Tra questi anche molti bambini in tenera età, come si evince dalle foto. Erano in tutto 29 gli uomini, in evidente minoranza rispetto a donne e bambini. Alcune donne, tutte comunque giovani, erano in stato di gravidanza. Qualcuna pare anche in condizioni di gravidanza a rischio. Molto provati dal viaggio in mare alcune persone in particolare. Quasi tutti di etnia subsahariana. Tra i migranti approdati oggi a Lampedusa c’erano infatti persone del Burkina Faso, della Costa d’Avorio, del Mali e anche del Camerun, oltre a qualche sparuto giovane nordafricano. All’arrivo nel porto dell’isola italiana, con sbarco autonomo sulla banchina del porto commerciale, sono arrivati Carabinieri a terra e la Guardia Costiera in mare. Ma ormai era solo una gestione di ordine pubblico e recupero della barca da porre sotto sequestro, lo sbarco era avvenuto ad opera degli stessi migranti. Il numero delle persone sbarcate, adesso sensibilmente superiore rispetto ai soliti barchini predisposti dai trafficanti tunisini che si attestavano sui 40 o 50 migranti al massimo, ha impegnato le autorità fino alle sei del pomeriggio tra triage medico e trasferimento al centro di prima accoglienza. La prima vera assistenza a terra, sulla banchina del porto, è stata fornita dagli attivisti del Forum Lampedusa Solidale. Una realtà che opera ormai da anni a Lampedusa e sempre pronta ad intervenire con coperte termiche, tè e biscotti e sostegno non previsto dalle istituzioni: un sorriso ed un benvenuto.
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