di Mauro Seminara
Alle otto del mattino, quando al porto commerciale di Lampedusa gli isolani attendevano la nave traghetto con merci e persone, un peschereccio tunisino ha fatto il suo pacifico ed autonomo ingresso ormeggiando sul primo tratto di banchina disponibile. Dalla barca sono scesi 142 ragazzi di nazionalità tunisina. Della nutrita ciurma di giovani harraga, la maggioranza è composta da giovanissimi. Sono infatti circa 80, sul totale di 142, i minorenni e fatta eccezione per una decina, che aveva un familiare adulto al seguito, settanta sono ragazzi mediamente quindicenni che hanno viaggiato da soli. La barca (che vedete in foto qui sotto) era quindi gremita di migranti e quando sono scesi sulla banchina del porto hanno subito fornito un’idea di quanto anticipato ieri: dalla Tunisia è partita una massiccia migrazione indotta dalla crisi economica.
Con la banchina del porto commerciale impegnata dal nutrito gruppo di migranti, i Carabinieri intervenuti in qualità di Polizia di Frontiera dell’isola e per l’ordine pubblico, l’ambulanza con i medici dell’ASP 6 di Palermo per il triage sanitario ed un po’ di lampedusani poco felici per l’improvvisata, l’isola si è svegliata con la concretizzazione di politiche estere fino a ieri incentrata sulla sola propaganda. Ma l’approdo autonomo è stato solo l’inizio. Pochi minuti dopo, sull’altra sponda del porto, all’ormai noto molo Favarolo, la motovedetta “CP-324” si appoggiava alla banchina con a bordo 99 persone di etnia mista subsahariana. Erano i “circa 90” segnalati da Alarm Phone che la Guardia Costiera ha intercettato all’ingresso delle acque territoriali italiane dopo una lunga navigazione dalla Libia fino quasi a Lampedusa a bordo di un gommone. La giornata di Lampedusa però non si è conclusa con i 241 migranti arrivati al mattino ed alle venti, circa, altre imbarcazioni avvistate dall’elicottero della Guardia Costiera venivano intercettate dalle motovedette e dirottate in porto.