di Mauro Buccarello e Mauro Seminara
Con l’arrivo degli harragas di ieri pomeriggio, inizialmente dati per 25 poi risultati invece 27 dopo più accurato controllo, il centro di prima accoglienza di Lampedusa aveva raggiunto la considerevole cifra di 777 persone al suo interno. La sequenza di arrivi però non si è fermata e, come preannunciato nello stesso articolo, le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, e tutti gli assetti aerei coinvolti, hanno avuto un gran bel da fare nelle ultime ore. A sera era infatti già in porto, al molo militarizzato della maggiore delle Pelagie, un gruppo di 105 persone fermate non lontano da Lampedusa e prese a bordo dalla Guardia Costiera con una propria motovedetta. Quella degli interventi sotto costa o non oltre il confine delle acque territoriali o di competenza SAR (ricerca e soccorso) italiana, che intorno Lampedusa coincidono in buona parte del perimetro, è una costante che determina il modus operandi delle autorità marittime italiane. Dopo lo sbarco dei 105 migranti di nazionalità mista subsahariana e della regione del sudovest asiatico, nel porto di Lampedusa sono arrivate altre 222 persone distribuite su diverse motovedette.
La motovedetta della Guardia di Finanza nel porto di Lampedusa al momento dello sbarco della sera del 19 febbraio 2021 con parte dei 222 migranti soccorsi
Gli ultimi due sbarchi della serata, il gruppo dei 105 e quello dei 222, parrebbe però essere frutto di un raggruppamento di eventi. Tra questi infatti potrebbero esserci anche i 46 migranti che la piccola nave Ong “Aita Mari” – che in un primo momento sembrava aver preso a bordo – ha assistito fino alle vicinanze delle acque territoriali italiane per poi tornare indietro con a bordo i 102 migranti che aveva precedentemente soccorso. In particolare, sarebbero un intervento su un barcone con 105 persone a bordo e poi due rispettivamente di 46 persone (la barca assistita da Aita Mari) e uno per un barcone gremito di 176 persone. Sono ancora le 21:30 circa, e a Lampedusa ci sono 777 sbarcate approssimativamente in due giorni (fatta eccezione per i cinque migranti che si trovavano già nel centro di prima accoglienza). Ma la sequenza non termina con i due sbarchi multipli controllati ed a mezzanotte, minuto più minuto meno, una barca con 50 migranti di nazionalità e provenienza tunisina arriva in completa autonomia in porto, ormeggia e da essa sbarcano i migranti fermati a terra dalle autorità locali.
L’evento dello sbarco autonomo di mezzanotte è un fermo in territorio italiano per immigrazione clandestina da registrare probabilmente con la data del 20 febbraio. Quindi si può considerare il primo della sequenza di arrivi odierna. All’una e venti in porto c’é di nuovo movimento con una motovedetta della Guardia Costiera che sbarca altre 64 persone. Da li a breve si sarebbe consumata l’ennesima tragedia di cui l’isola di Lampedusa, in qualche modo, e suo malgrado, è testimone. Un’altra barca individuata e tracciata nel corso della sua rotta viene raggiunta da due motovedette ad ovest dell’isola. Si tratta del classico legno che salpa dal porto tunisino di Sfax o dalle sue immediate vicinanze. Le due motovedette raggiungono la barca quando questa si trova già entro l’area SAR (ricerca e soccorso) di responsabilità italiana ed alle 03:30 circa, come indica una laconica nota stampa della Guardia Costiera, la barca si capovolge e le persone finiscono tutte in mare. Saranno 47 i superstiti e cinque o sei i dispersi, dei quali due visti sprofondare verso il cimitero liquido più grande del mondo da alcuni testimoni oculari.
Un momento del drammatico evento con il barcone capovolto vicino la prua della motovedetta della Guardia Costiera intenta a recuperare persone dal mare, ripreso dalla prua della motovedetta della Guardia di Finanza anch’essa intervenuta in soccorso
Sono le quattro del mattino di sabato 20 febbraio quando a Lampedusa arrivano i superstiti del naufragio. Tutti zuppi, a porto deserto, i sopravvissuti vengono trasferiti al centro di prima accoglienza sito in contrada Imbriacola. La tragedia appena consumata non è l’ultimo evento. Alle sette del mattino un altro sbarco gestito dalle autorità dopo il fermo in mare. Al molo Favarolo toccano terra altre 80 persone prese da una motovedetta SAR classe 300 della Guardia Costiera. Sull’isola a questo punto ci sono oltre 950 migranti e sono solo le sette del mattino.
Lo sbarco di 80 migranti gestito dalla motovedetta della Guardia Costiera alle 07:20 del 20 febbraio 2021 presso il molo militarizzato Favarolo di Lampedusa
Nel corso della notte, o alle prime luci, una barca raggiunge Lampedusa in autonomia ed autonomamente sbarcano le persone che c’erano a bordo. Sono 89 migranti di nazionalità miste subsahariane, ma all’inizio si pensava fossero 93 come indicato dalla piattaforma Alarm Phone. Si tratta infatti del barcone con presunti 93 migranti per i quali la centrale d’allarme telefonico civile aveva dato l’allarme quando ancora si trovavano in area SAR maltese, a parecchia miglia di distanza da Lampedusa. La barca ha raggiunto l’isola pelagica italiana con le proprie forze ed è approdata in località Cala Pulcino, riserva sita nella parte ovest dell’isola. Le persone sono state poi rintracciate, intorno alle dieci del mattino, sulla strada che dalla località Capo Ponente conduce al centro abitato a sudest dell’isola. Tra i migranti che le autorità raggiungono in strada ci sono donne e bambini, nuclei familiari arrivati miracolosamente incolumi a Lampedusa. Altre 89 persone che si aggiungono a quelle già presenti per superare quota mille. Nel centro di prima accoglienza di Lampedusa infatti a questo punto sono 1043 i migranti, e non è necessario ricordare che la struttura di contrada Imbriacola non è idonea a simili numeri da parecchio tempo ormai.