A Porto Empedocle due cargo, due cadaveri e circa 300 naufraghi – FOTO

Cadaveri sulle navi cargo adesso a Porto Empedocle. Tre naufragi in una settimana circa. Asso Trenta e Vos Triton con naufraghi e cadaveri a bordo in giro per il Mediterraneo prima di arrivare a Porto Empedocle. Navi quarantena che passeggiano avanti e indietro e migranti trasferiti in nave traghetto. La strana gestione del "fenomeno" migratorio mentre in Italia si discute per le poltrone dei sottosegretari ministeriali tra i partiti ed in Libia si dimostra come l'Italia getta denaro e motovedette per una guardia costiera incapace

Un naufrago ferito durante lo sbarco dalla nave cargo Asso Trenta il 22 febbraio 2021 a Porto Empedocle

di Mauro Seminara

La Asso Trenta, cargo italiano di supporto logistico alla piattaforma petrolifera Bouri, è arrivata a Porto Empedocle stamattina con 232 migranti a bordo; dopo una insolita rotta che l’ha spinta fino a nord di Malta per un lungo ritorno davanti il porto in provincia di Agrigento. Porto assegnato già quando il cargo aveva impostato rotta nordest, come per dirigersi verso Pozzallo o Augusta, sulla costa est della Sicilia. All’alba l’ingresso in porto. Una notte in più in attesa di sbarco per una nave transitata ieri mattina da Lampedusa e diretta al largo di Pozzallo invece che direttamente nel porto in provincia di Agrigento, cui si è però aggiunta anche una giornata di attesa in banchina. Dodici ore circa dopo l’arrivo della nave erano scesi soltanto quattro emergenze sanitarie ed il cadavere che la Asso Trenta aveva a bordo. Gli altri, i naufraghi che ancora si reggevano in piedi, attendevano i tamponi per il Covid-19 prima di poter scendere a terra, anche se per poi risalire su altra nave. La Asso Trenta si trova infatti ormeggiata lungo la banchina condivisa dalla nave quarantena GNV Allegra, destinazione per i prossimi giorni delle persone soccorse al largo della Libia dal cargo battente bandiera italiana.

Lo sbarco del cadavere dalla Asso Trenta con il carro funebre (sulla destra) pronto in banchina a Porto Empedocle il pomeriggio del 22 febbraio 2021

La Asso Trenta non è l’unico cargo intervenuto su una scena drammatica che sempre più inconfutabilmente dimostra come la Libia non sia in grado di gestire la sconfinata area SAR, cioè di responsabilità per ricerca e soccorso, che l’IMO (agenzia delle Nazioni Unite) ha ritenuto di poterle affidare malgrado i report delle stesse Nazioni Unite sull’indisponibilità – requisito fondamentale per l’assegnazione di SAR zone – di place of safety, porti sicuri in cui poter sbarcare naufraghi dopo un soccorso marittimo. Infatti, i cargo coinvolti su un evento sono due per la compagnia italiana, la Asso Ventinove e la Asso Trenta. Dopo il duplice soccorso, pare di circa 120 persone sulla prima ed il resto sulla seconda, qualcuno – teoricamente dovrebbe essere stata la Guardia Costiera italiana che gestisce la Centrale di Coordinamento Soccorso Marittimo (IMRCC) italiana – ha autorizzato il trasbordo al largo tra le due navi Asso per risolvere la distrazione dai propri servizi di entrambi i cargo e distoglierne pertanto soltanto uno. Appunto, la Asso Trenta. Nelle stesse ore, poco distante dalla piattaforma petrolifera offshore su cui operano le Asso, esattamente tra la Bouri e la Farwah, un cargo di analoghe mansioni ma di altra bandiera interveniva su un altro naufragio.

Ambulanza disposta sulla banchina di Porto Empedocle per le evacuazioni mediche dalla Asso Trenta il pomeriggio del 22 febbraio 2021

La Vos Triton, battente bandiera di Gibilterra, opera analogamente alle Asso, sulla piattaforma petrolifera della francese Total. Il cargo prende a bordo 77 persone, superstiti, ed un cadavere. Una vittima sul Vos Triton dell’affidabile partner italiano che ha forse l’area SAR più sconfinata del Mar Mediterraneo e che con motovedette, assistenza, manutenzione e formazione italiana dovrebbe evitare che le persone muoiano in mare oltre a “contenere” le partenze di migranti verso l’Italia. Sul natante naufragato per il quale è intervenuto il cargo Vos Triton pare ci fossero circa 120 persone. Facendo un rapido conto dei cadaveri che sbarcano in Italia e dei dispersi, si potrebbe anche dire che in qualche modo l’arrivo di profughi in Italia viene anche contenuto. Dal naufragio a 15 miglia sud di Lampedusa – in cui risultano disperse almeno sette persone – sono trascorsi giusto un paio di giorni oggi. Una settimana dal precedente naufragio nel Mediterraneo centrale, sempre di migranti respinti dalle vie legali, in cui a perdere la vita sono state 23 persone (sul momento un morto e 22 dispersi ad oggi non ritrovati).

Naufraghi a bordo della Asso Trenta nel porto di Porto Empedocle

La Vos Triton arriva in un momento di evidente confusione nazionale italiana, con un nuovo Governo – che in parte sembra non essere mai stato tanto vecchio – e nel pieno del giro di valzer per la nomina dei sottosegretari. In questo frangente di distrazione politica, il cargo viene autorizzato al porto sicuro più vicino che, non trattandosi di navi Ong, è evidentemente l’Italia. Nessun dubbio questa volta per il cargo che della compagnia Vroon che nel marzo del 2019 soccorse 54 naufraghi respingendoli in Libia. Qualche dubbio invece il cargo battente bandiera di Gibilterra pare lo abbia avuto sull’esatto porto italiano in cui sbarcare i naufraghi ed il cadavere – che dalle foto diffuse da Sea Watch sembrerebbe essere di un ragazzo o un bambino – visto che la Vos Triton si era spostata su Lampedusa per attendervi una intera notte e qualche ora in più prima di ricevere altri ordini e riprendere la navigazione verso Porto Empedocle. Attendiamo conferma su alcune evacuazioni mediche effettuate su Lampedusa per emergenze sanitarie, ma pare non ci siano dubbi sulla destinazione del cadavere che anche questo cargo ha a bordo e che ancora questa sera attende in rada davanti il porto di Porto Empedocle il proprio turno di sbarco.

Asso Trenta e GNV Allegra ormeggiate a Porto Empedocle

Sembra la macabra danza di navi cargo carichi di morte e disperazione, ma anche delle navi quarantena che passeggiano avanti e indietro secondo gli umori del responsabile logistico di turno presso il Viminale. La GNV Allegra, che si trovava già a Porto Empedocle ed aveva preso a bordo persone soccorse e sbarcate dalla nave Ong catalana Open Arms cui era stato indicato il porto agrigentino mentre una violenta burrasca la costringeva a navigare a due o tre nodi, dopo l’imbarco di migranti fino a raggiungimento del numero massimo previsto a bordo, si sposterà al largo per cedere il posto alla SNAV Adriatico. Quest’ultima è stata destinata a Porto Empedocle dopo giorni vani al largo di Lampedusa. Nel frattempo, la maggiore delle Pelagie era stata raggiunta dall’ultima delle navi quarantena entrate in faraonico – per le tasche dei contribuenti – servizio sanitario, la GNV Splendid.

La GNV Splendid, l’ultima delle navi quarantena entrate in servizio, ferma in rada a Lampedusa il 21 febbraio 2021

Anche la Splendid però è rimasta al palo, o all’ancora, a Lampedusa senza poter procedere con imbarchi causa avverse condizioni meteo, almeno per lo scalo alternativo di Cala Pisana, sul lato est di Lampedusa. Dal centro di accoglienza dell’isola però qualcuno è stato trasferito comunque, senza quarantena e senza problemi meteo. Per ridimensionare il sovraffollamento di quello che venne definito “Hotspot” perché doveva essere il punto di redistribuzione europea dei richiedenti asilo, cosa mai avvenuta, le persone migranti sono state trasferite a mezzo nave traghetto di linea verso Porto Empedocle. Chiaramente, visto il servizio privato in regime di continuità territoriale dei traghetti Cossyra e Sansovino che collegano le Pelagie a Porto Empedocle, si può supporre che con due navi quarantena – da un milione di euro al mese ciascuna – ferme in rada, siano stati pagati i biglietti per le centinaia di migranti trasferiti da Lampedusa ed anche per gli agenti di scorta.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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