di Maurizio Maria Fossati
La pandemia da SARS-COV2 sta causando serie e diffuse conseguenze alla salute mentale di molte persone. Oggi, ci sono finalmente nuove prospettive positive dovute alla scoperta di vaccini, efficaci e sicuri, ma i tempi e i modi perché la popolazione sia coperta dalle vaccinazioni sono lunghi e complessi.
L’incertezza, l’isolamento, la confusione informativa, la mancata socializzazione stanno creando malessere mentale e non solo. Anche l’organismo può risentire della situazione di disagio psicologico.
“L’aumento dei casi di depressione e ansia tra la popolazione mondiale conseguenti alla pandemia SARS-COV2 è estremamente allarmante” afferma Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano e presidente SINPF (Società Italiana di NeuropsicoFarmacologia), nel “Manuale sulla Medicina Narrativa come punto di svolta nella cura della depressione nell’epoca della pandemia” (Edizioni Effedì).
Prof. Claudio Mencacci
Direttore del dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano
Presidente SINPF (Società Italiana di NeuropsicoFarmacologia)
Autore del “Manuale sulla Medicina Narrativa come punto di svolta nella cura della depressione nell’epoca della pandemia” (Edizioni Effedì)
“La pandemia sta determinando la cosiddetta ‘tempesta perfetta’: emergenza sanitaria, conseguenze disastrose per l’economia mondiale e un severo impatto psicologico sulla popolazione. In Italia prevediamo fino a 200.000 casi in più di depressione generata dalla crisi economica”.
E la depressione, come il dolore, sono malattie inequivocabili che coinvolgono profondamente l’organismo.
Tra le manifestazioni più frequenti, il mal di stomaco è uno dei sintomi in grado di rovinare la vita. Dolori, bruciori, acidità, gonfiori addominali, senso di pesantezza, fatica a digerire. Spesso chi soffre di mal di stomaco è disorientato, non sa a chi rivolgersi oppure sottovaluta il problema, ricorrendo ai farmaci da banco per tamponare la sua sofferenza.
Quel dolore che ci può rovinare la vita
Cerchiamo allora di mettere un po’ di ordine e chiarirci le idee con Marco Antonio Zappa, direttore di Chirurgia Generale all’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano, presidente eletto della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche (SICOB).
Prof. Marco Antonio Zappa
Direttore di Chirurgia Generale Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano
Presidente della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche (SICOB)
Professor Zappa, quali sono le patologie più comuni che generano mal di stomaco?
“A oggi molte delle patologie dello stomaco sono correlate a fattori di stress, come quelli generati dall’attuale pandemia, o abitudini alimentari e stili di vita dannosi. Tutto ciò può portarci a osservare varie forme di gastrite che possono poi trasformarsi in ulcere o degenerare in tumori”.
Gastrite, una parola sulla bocca di molte persone, ma di cosa si tratta?
“La gastrite è l’infiammazione della parete interna dello stomaco. Può essere acuta, cioè i suoi sintomi compaiono all’improvviso, o cronica. In quest’ultimo caso l’infiammazione si sviluppa lentamente e perdura nel tempo. Se i sintomi non migliorano nonostante i trattamenti o se non vengono curati in modo adeguato la situazione può peggiorare, per esempio con lo sviluppo di ulcere”.
Ma come si ‘matura’ una gastrite?
“In genere la gastrite compare quando la barriera difensiva dello stomaco si indebolisce, permettendo così agli acidi dei succhi gastrici di raggiungere la sua parete e infiammarla”.
E quali sono le cause di questo indebolimento? Possono essere diverse tra loro?
“Certamente. Oltre all’invecchiamento fisiologico delle pareti dello stomaco, le cause possono essere molteplici anche se spesso nello stesso individuo risultano associate. Si va dall’alimentazione con cibi speziati e piccanti, all’abuso di alcoolici, all’uso di droghe, all’abitudine al fumo di sigaretta, all’assunzione di farmaci particolarmente irritanti per la mucosa gastrica come i FANS, cioè farmaci antiinfiammatori non steroidei assunti spesso per il dolore articolare, all’aspirina e ai farmaci cortisonici.
Un’altra causa importante è la presenza di Helicobacter pylori, un batterio in grado di determinare alterazione della mucosa gastrica. Influenze negative potrebbero arrivare anche da reazioni autoimmuni, dal reflusso biliare o da altre malattie come per esempio il morbo di Crohn”.
Professor Zappa, lei ha accennato anche allo stress?
“Sì. Un cenno importante poi va sempre riservato ai fattori somatici di stress psico-fisico, un problema da non sottovalutare specie in questo periodo di pandemia Covid”.
In generale, quali possono essere i rimedi?
“I farmaci in nostro possesso sono certamente molto efficaci nel determinare la guarigione delle gastriti a patto di associarli a uno stile di vita corretto. Anche la chirurgia nel caso di tumori dello stomaco permette oggi, con l’utilizzo di tecniche eccezionali, interventi chirurgici in grado di ottenere la risoluzione della neoplasia anche in laparoscopia (cioè con piccoli fori praticati nell’addome). A me piace definirla ‘chirurgia gentile’. Al Fatebenefratelli di Milano pratichiamo la metodica laparoscopica in 4k con verde di indocianina: una tecnica rivoluzionaria che permette di garantire al chirurgo, e quindi al paziente, la ricerca di linfonodi e una perfetta vascolarizzazione”
Ci sono persone predisposte ai disturbi allo stomaco? Si può fare prevenzione? Come?
“Lo stile di vita e la familiarità sono i fattori predisponenti. Fare prevenzione significa osservare un sano stile di vita e sottoporsi a esami endoscopici frequenti nel caso di familiarità”.
Dopo una terapia o un intervento chirurgico, il paziente dovrà osservare comportamenti adeguati?
“Il paziente in terapia e nei periodi successivi dovrà sempre mantenere un’attenzione particolare ai comportamenti alimentari. Dopo un intervento chirurgico sarà anche necessario sottoporsi ai controlli di routine standardizzati. Tuttavia, ci tengo a sottolineare che, oggi, la tecnica laparoscopica, proprio per il minor impatto, il minor dolore, la precoce ripresa post-intervento, permette al paziente di riprendere la propria normalità di vita rapidamente, nel minor tempo possibile”.
E poi c’è quel tremendo acido che sale dalla gola
Chi soffre di reflusso solitamente ha una sgradevole sensazione di acido che sale dalla gola fino in bocca. Ma da cosa dipende?
“La causa primaria – spiega il professor Marco Antonio Zappa – deriva da una mancata continenza dello sfintere esofageo inferiore, che a sua volta può dipendere da diversi fattori come un rallentato svuotamento gastrico, l’obesità, l’alimentazione, l’alcool, il fumo, lo stress o la presenza di ernia iatale, cioè un’ernia del diaframma che determina la risalita di parte dello stomaco“.
Come è possibile curarlo?
“Dipende dalla gravità. Un modesto reflusso può determinare una modesta esofagite (infiammazione dell’esofago determinata da acidi gastrici che risalgono, che può essere curata con farmaci che inibiscono la formazione dell’acido gastrico, cioè farmaci che ‘rivestono e proteggono’ la mucosa esofagea. Il paziente può trarre giovamento anche dal rialzo della testata del letto e da un’attenzione particolare allo stile di vita (alimentazione, no alcol e fumo). Un reflusso che determini esofagiti importanti con rischio di degenerazione cancerogena, necessita invece di interventi chirurgici mirati che oggi vengono eseguiti con tecnica laparoscopica”.