La strana zona rossa di contagi e migranti in nave traghetto

Persone migranti trasferite in nave traghetto per poi andare in isolamento su navi quarantena che li ricevono in altri porti siciliani invece di spostarsi a Lampedusa. Lo strano e costoso impiego delle navi quarantena su un’isola che è zona rossa Covid per il numero di contagi sulla quale sale adesso la tensione per la chiusura con la stagione turistica alle porte e la solita propaganda contro i migranti che vi sbarcano

Persone migranti sbarcate a Lampedusa al momento dell'imbarco sulla nave traghetto di linea il 2 maggio 2021

di Mauro Seminara

Lampedusa è zona rossa a causa di un numero elevato di contagi Covid-19 in proporzione al numero di abitanti ed è stretta nella morsa della ormai prossima partenza della stagione turistica con un numero di prenotazioni vaccini decisamente basso ed un acclarato sensibile numero di trasgressioni alle norme anti-Covid. Per questa ragione perfino il primo cittadino di Lampedusa e Linosa, Salvatore Martello, è sceso in piazza armato di microfono ed amplificazione per invitare i suoi concittadini a farla finita con feste in ville private, scampagnate da 25 aprile e resistenza alla opportunità di vaccinarsi che per le isole minori è concessa “a tappeto” e quindi senza vincoli di età e condizioni cliniche.

In questo contesto c’è poi chi, magari armato di catene per chiudere il cancello dell’area di ormeggio militare in cui avvengono gli sbarchi dei migranti – tentativo subito disinnescato dalle forze dell’ordine – e moralmente di bandiera verde, tenta di attribuire la responsabilità dei contagi, direttamente o indirettamente, ai migranti che approdano sull’isola. Comunque, alla base di certe manifestazioni c’è quel ridondante quanto insensato messaggio circa il chiudere per “gli italiani” e poi lasciare che i migranti sbarchino a Lampedusa. Il problema è probabilmente troppo grande perché chi si concede a simile ignorante propaganda possa comprenderlo.

Un problema che invece potrebbe essere compreso ed affrontato, quindi facilmente risolvibile, è quello che riguarda le “navi quarantena” ed i trasferimenti delle persone migranti da Lampedusa. L’impiego delle navi in questa faraonica operazione messa in atto dal governo italiano con allora a capo Giuseppe Conte, “per la sicurezza sanitaria degli italiani”, ha già compiuto un anno. Se si conta il numero di navi impiegate e si moltiplica per il solo costo di noleggio arrotondato ad un milione di euro l’una al mese, presto fatto il dispendio di fondi pubblici per una tutela sanitaria che per molti versi si è rivelata inutile – vedi i “fogli di via” dati ai migranti dopo la quarantena a bordo – e per altri si è rivelata letale con i vari migranti deceduti per incidenti, suicidi e scarsa assistenza sanitaria.

La maestosa operazione “navi quarantena” si propone quindi come un maestoso fallimento, costosissimo quanto inutile. E di questa inutilità è testimone in questi giorni la “zona rossa Covid” Lampedusa. Tra i porti siciliani di Porto Empedocle e Augusta, nei giorni scorsi, erano presenti quattro navi quarantena: Rhapsody, Snav Adriatico, Excellent e Allegra. Circa quattro milioni di euro al mese. A Lampedusa nel frattempo i migranti che vi approdavano venivano trasferiti con nave traghetto di linea fino al porto di collegamento territoriale, Porto Empedocle, dove stazionavano la Rhapsody e la Snav Adriatico, invece di far spostare una di queste navi a Lampedusa. Ma il senso delle cose sfugge ancor di più con quanto verificatosi oggi.

La GNV Allegra, una delle suddette quattro navi quarantena, è stata spostata da Augusta la sera del 30 aprile ed è arrivata a Lampedusa quando ancora l’ondata migratoria era in corso. Quasi un esercizio di preveggenza, a meno che non si voglia considerare, come spesso ribadito, che le imbarcazioni cariche di migranti vengono avvistate a decine e decine di miglia da Lampedusa ma non vengono soccorse – rischiando naufragi – fino a quando non varcano le acque territoriali e scatta l’intervento di polizia per immigrazione clandestina. Sulla GNV Allegra, attraccata fino a questa mattina allo scalo alternativo lampedusano di Cala Pisana, sono stati fatti imbarcare circa 270 migranti dei 750 sbarcati nelle ultime ore. In teoria ne resterebbero quasi 500 nel centro di prima accoglienza se non si attivasse una seconda nave quarantena. Ma non è stato così, e alle dieci del mattino stavano già salendo sulla nave traghetto Sansovino, la motonave di continuità territoriale che collega le Pelagie a Porto Empedocle, altri 190 migranti approdati poche ore prima sull’isola. Come dire che i rischi sanitari derivanti da migrazioni incontrollate sono rischi di contagio efficaci solo dopo il trasferimento in nave di linea ed a partire quindi dall’isolamento su nave quarantena; prima no.

Ecco il concetto di inutilità delle navi quarantena sopra espresso: le persone che secondo il Governo italiano dovrebbero essere isolate in quarantena preventiva Covid-19 a bordo di navi appositamente noleggiate vengono trasferite fino a queste faraoniche navi mediante navi traghetto sulle quali viaggiano persone e merci; poi vengono isolate a bordo delle navi quarantena per quattordici giorni. Un altro dettaglio è forse utile ai lettori: l’imbarco sulla nave traghetto di linea con cui vengono condotti fino alla nave quarantena da un milione di euro al mese non è gratuito e questa mattina sono stati spesi i costi di biglietto per 190 persone oltre a quello degli agenti delle forze dell’ordine che li scortano. Al netto degli imbarchi sulla nave quarantena GNV Allegra e dei trasferimenti a mezzo nave traghetto di linea rimangono nella struttura di prima accoglienza per migranti di Lampedusa circa 290 persone delle 750 sbarcate nelle ultime 24 ore sull’isola.

Tutte le foto a corredo di questo articolo ritraggono l’attesa di imbarco su nave traghetto “Sansovino”, al porto commerciale di Lampedusa, la mattina del 2 maggio 2021, di migranti sbarcati il giorno precedente sull’isola.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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