di Mauro Seminara
Dopo la sosta delle partenze dal nord Africa che è coincisa con una breve finestra di relativo maltempo, a Lampedusa sono ricominciate ad arrivare barche di migranti. Il primo, a riaprire il flusso, come sempre è partito dalla vicina Tunisia appena la schiarita meteo marina è stata visibile. Nel pomeriggio di ieri erano già a Lampedusa 16 persone di nazionalità tunisina, tra le quali anche un minore. La piccola imbarcazione tunisina era “presagio” di nuove partenze che in effetti si stavano nel frattempo preparando anche in Libia. Questa notte, prima delle cinque del mattino, nel buio del porto di Lampedusa, altri 61 migranti venivano fatti sbarcare dalle autorità marittime dopo l’intervento consueto in area SAR italiana. Tra le persone partite dalla Libia ed approdate a Lampedusa anche 5 donne e 8 bambini. Miste le nazionalità di origine, tra le quali Paesi del nord e dell’Africa centro orientale.
Poco più tardi, giusto il tempo del triage e del trasferimento al centro di prima accoglienza, un altro gruppo di persone migranti è sbarcato a Lampedusa dopo l’intervento delle motovedette. A bordo della seconda imbarcazione salpata dalla Libia e giunta fin nelle acque territoriali italiane di Lampedusa c’erano 73 persone. Anche in questo secondo caso nazionalità di origine miste e porto di partenza libico. Tre sbarchi in poche ore, uno dalla Tunisia ieri e due dalla Libia tra questa notte e stamattina, che potrebbero essere indicativi di una nuova intensa ondata di barchini e barconi come si era verificato nel fine settimana del 9 e 10 maggio, quando a Lampedusa erano arrivate duemila persone in 24 ore. In questo caso però c’è una differenza che almeno per le prime barche potrebbe aver reso meno massiccia la prima ondata: nel Mediterraneo centrale c’è una nave Ong, la “Sea Eye 4” alla sua prima missione, che ha già soccorso 330 persone.
Non è dato sapere con certezza se queste persone salvate dalla nave umanitaria Sea Eye 4 sarebbero state respinte dai libici, naufragate o se sarebbero approdate a Lampedusa. Certo non congestioneranno il centro di prima accoglienza dell’isola pelagica, visto che per le navi Ong con naufraghi a bordo il porto di sbarco che viene indicato non è mai il più vicino. Lampedusa intanto non aveva terminato i trasferimenti delle persone arrivate a ridosso del precedente fine settimana e nel suo centro di prima accoglienza, malgrado il trasferimento di circa un centinaio di minori in nave traghetto di linea ieri, nella struttura impropriamente definita “hotspot” c’erano ancora 220 persone. Pressappoco la capienza massima dello stesso centro di primo soccorso ed accoglienza (CPSA) ma residuo della precedente ondata migratoria.
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