Circa cento chilometri ad ovest della città ucraina di Leopoli c’è un valico di frontiera che viene attraversato per raggiungere la salvezza in Polonia. Le immagini che pubblichiamo, raccolte da Alessio Tricani, ieri, all’arrivo, ritraggono tutta la drammaticità della migrazione di nuclei familiari ucraini con lacrime e piccoli zaini. Si trovano a Medyka, piccola cittadina polacca al confine con l’Ucraina. Ad attenderli, su territorio della Polonia, ci sono pullman con una croce rossa sul parabrezza e la scritta “Konwòj Humanitarny” stampata su un foglio A4. Sono i pullman dei corridoi umanitari approntati per ricevere i profughi della guerra ucraina dopo che l’Unione europea ha garantito alla Polonia la ripartizione dell’esodo. Al confine, sempre su territorio polacco, la lunga carovana dei mezzi televisivi. Fermi su terra sicura, mentre pochi metri più in là, oltre il confine, neanche per la stampa sembra esserci alcuna garanzia di sicurezza. L’Ucraina è stata infatti progressivamente abbandonata dalla stampa, in particolare dalle aree in cui sono più duri gli scontri tra le armate russe e la difesa ucraina.
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Videoreporter, classe 82, ha studiato economia aziendale presso l’università di Catania. Formandosi sulla piattaforma tecnologica NATO-JADL su campi specifici dei Paesi in conflitto, si avvicina al mondo del giornalismo nel 2011 durante un progetto universitario nella terra dei faraoni al Il Cairo, in Egitto, documentando l’anniversario della "Primavera araba" che condusse alla caduta di Hosni Mubarak. Con un campo d’interesse definito sulle tematiche internazionali, nel 2014 parte freelance embedded per il sud del Libano ed il Kurdistan iracheno, contribuendo per un breve periodo anche alla rivista tematica Combat Arms oltre a qualche pubblicazione su Panorama TV. La crisi migratoria nel Mediterraneo lo porta a collaborare dal 2015 con alcune tra le più importanti agenzie giornalistiche internazionali quali Agence France-Presse e Associated Press. Dal 2018 è video stringer per l’agenzia di stampa italiana Local Team ed inizia a coprire anche altre tematiche ed eventi. Nel 2017, in una serata invernale fredda e piovosa di Lampedusa, decide di supportare e collaborare al progetto Mediterraneo Cronaca, convinto che la testata possa diventare un faro di riferimento su ciò che accade nel mare nostrum.
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