Stando ai dati Nielsen IQ, nel 2022 il fatturato di novembre degli acquisti on line ha superato i 180 milioni di euro trascinato proprio dal Black Friday. La concorrenza dell’e-Commerce è quindi sempre più spietata ed a pagarne il prezzo sono i negozi fisici penalizzati da evidenti costi di gestione più elevati e regole più stringenti che ne limitano le strategie di marketing. In questi giorni si è quindi acceso un dibattito sulla prossima data dei saldi invernali con la proposta di spostarli un mese più avanti. Questo dibattito si apre appunto in prossimità del Black Friday, che quest’anno dovrebbe cadere il 24 novembre ma che ormai, nella maggior parte dei casi, si è trasformato in un Black Week con la settimana degli sconti “black”. Da giorni, infatti, molte catene nazionali fanno gli sconti facendo riferimento al Black Friday, mentre il colosso delle vendite on line Amazon parte addirittura già oggi con gli sconti anticipando tutti.
“In Italia nel 2022 la Black Week ha visto una crescita del commercio on line pari al 197 per cento rispetto al 2021 e nel 2023 – dichiara il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice – è previsto che nella Black Week, il 58 per cento dei consumatori acquisterà almeno un articolo on line”. Nella settimana del Black Friday 2022 secondo Confimprese Palermo, il commercio on line ha registrato ogni giorno crescite tra il 212 ed il 233 per cento. Inoltre, i base ai risultati dell’Osservatorio digital FMCG (Fast Moving Consumer Goods), rilevazione periodica di Netcomm in collaborazione con Nielsen, a chiusura anno 2022 c’è stata una crescita globale dell’e-commerce del largo consumo del 10,5 per cento rispetto all’anno precedente.
Ciò però che colpisce maggiormente è la ripartizione per aree geografiche che evidenzia una vera e propria esplosione di vendite sul web nel Sud (Area Nielsen 4: Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata, Puglia, Abruzzo e Molise) con un +30,8 per cento, un tasso cioè ben cinque volte superiore a quello del commercio offline che ha conseguito un +7,3 per cento. Significativo il confronto con le altre aree del paese che mostrano il centro Italia crescere del 14,8 per cento, il Nord Est del 10 per cento ed il Nord Ovest del 6,7 per cento. Da notare che quest’ultimo composto da Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta e Liguria, è il territorio che detiene storicamente la quota maggioritaria di commercio elettronico.
Analizzando questi dati, Giovanni Felice sottolinea che “davanti alla crescita travolgente del commercio on line è pazzesco continuare a mettere freni e balzelli al commercio fisico”, e che “i commercianti in regola sono in balia sia del commercio on line ‘regolare’ che di quello irregolare, come le tante ditte on line fatte sui social senza avere alcuna autorizzazione commerciale, partita IVA o iscrizione ad enti previdenziali, tutte prescrizioni richieste dalla legge”. Secondo il presidente di Confimprese Palermo, “a questo si aggiunge l’incapacità da parte delle istituzioni di contrastare i fenomeni di abusivismo dilagante”.
Il problema della concorrenza sleale prevista dalle norme nazionali viene posto da Giovanni Felice sotto forma di apparente provocazione, anche se forse una provocazione non è, visto che se l’e-Commerce non viene sottoposto alla stessa pressione dei negozi fisici sarebbe forse il caso di ridurre la pressione sulla seconda categoria: “Invece di proporre catene e balzelli che valgono solo per il commercio tradizionale, sarebbe più semplice consentire ai commercianti di potere competere ad armi pari, abolendo tutti i vincoli burocratici, azzerando la montagna di adempimenti divieti, tasse ed imposte incluse”. Ritorna quindi la questione dei saldi per i negozi fisici battuti sul tempo e sulla competitività dell’e-Commerce. A Black Friday – o Black Week – terminato, la capacità e la necessità di acquisto da parte dei consumatori sarà ormai ridotta se non del tutto azzerata. Questo lo sa bene il presidente di Confimprese Palermo che infatti afferma: “Del tutto inutile poi azzardare di posticipare i saldi, una mossa che sarebbe un autogol per la categoria dato che tutti i consumatori si aspettano l’inizio delle svendite ormai sempre nelle date tradizionali e cioè i primi di gennaio”.