A caccia di tesori nei fondali marini di Ustica

Al via una campagna di ricerche subacquee ad Ustica. L'assessore regionale Scarpinato: "Iniziative per arricchire patrimonio culturale sommerso della Sicilia"

Una campagna di ricerche subacquee interesserà l’isola di Ustica, al largo di Palermo, dal 15 marzo al 30 aprile 2024. Un progetto, realizzato dalla Cranfield University del Regno Unito e dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana, in collaborazione con la Guardia costiera, il Comune e l’Area marina protetta dell’isola. L’obiettivo è quello di individuare nuove evidenze archeologiche e nuovi relitti in modo da programmare eventuali recuperi e interventi di tutela. “Proseguono senza sosta le iniziative alla scoperta di testimonianze preziose della nostra storia più antica”, ha dichiarato l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato. “Attraverso metodologie avanzate e tecnologie innovative – prosegue l’assessore – sarà possibile riportare alla luce reperti ancora sconosciuti che andranno ad arricchire il patrimonio culturale sommerso di Ustica e dell’intera Sicilia”.

La campagna prevede un’indagine lungo tutto il perimetro dell’isola, a una profondità compresa tra i 50 e i 300 metri, coprendo un’estensione di circa 36 chilometri quadrati. Verranno utilizzati due robot sottomarini a guida autonoma (AUV) dotati di “side scan sonar”, che permetteranno di mappare i fondali usticesi e che, grazie all’utilizzo di onde acustiche, riporteranno in superficie dati utili alla creazione di mappe dettagliate dei fondali oggetto di indagine. I “target” individuati verranno ulteriormente esaminati con un ROV (Remotely operated vehicle), un robot subacqueo comandato via cavo dalla superficie che consentirà di effettuare riprese video e fotografie dei siti ritenuti più interessanti. Il team sarà composto da ricercatori provenienti da diverse parti del mondo: Stati Uniti, Danimarca, Scozia e Italia. Vista la conformazione dell’isola di Ustica, nel tratto sotto costa e per il settore che va da 0 a 50 metri di profondità verrà impiegato un team di sommozzatori che effettuerà una serie di prospezioni subacquee per individuare eventuali evidenze culturali presenti sul fondale.

La mappa con l’area di ricerche nei fondali marini di Ustica

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