di Adriano Gasperetti
La premessa è d’obbligo: “Non ce l’abbiamo con Cristiano Ronaldo o con il mondo dello sport”. Ma la rabbia degli operai dello stabilimento Fca di Melfi “è contro questo sistema che ha perso di vista la persona”. Domenico De Stradis è un sindacalista Usb, il sindacato che ha annunciato per i prossimi giorni due giorni di sciopero contro l’acquisto del calciatore portoghese da parte della Juventus.
C’è poi una coincidenza che fa riflettere: “A Melfi per il 6 luglio hanno annunciato un esubero per 1.640 lavoratori. Ronaldo prende 30 milioni di euro di stipendio netti. Io ho percepito l’anno scorso 18.300 euro netti. Ho provato a dividere per vedere quanti operai come me ‘fanno’ un Cristiano Ronaldo. E il risultato è proprio 1.640, come gli esuberi annunciati a Melfi. È una coincidenza mostruosa che fa riflettere”.
Ma gli operai contro l’acquisto del portoghese non sono contro il giocatore: “Noi non ce l’abbiamo con il mondo dello sport, del calcio, non ce l’abbiamo con Ronaldo. Ce l’abbiamo con un sistema che ha perso di vista la persona, che insegue la dignità. Venticinque anni fa un lavoratore Fiat non era ricco ma faceva una vita dignitosa. Oggi è ridotto in miseria. Prima calciatore prendeva uno stipendio ‘solo’ altissimo, oggi guadagna un euro al secondo o forse di più. Sono cifre impressionanti. È una disparità nella società non accettabile. In che cazzo di mondo viviamo?”.
L’operaio poi si chiede: “È possibile che perché non so dare due calci al pallone, sono condannato a una vita miserabile? Gullit prese 10 miliardi e scoppiò il finimondo, oggi prendono 100 miliardi e il mio stipendio è rimasto uguale a quando giocava Gullit”. Il ‘caso’ Ronaldo da giorni ha varcato i confini: “Ecco- dice ancora alla Dire l’operaio- Mi hanno appena chiamato dalla radio più importante del Portogallo. Se chiediamo di azzerare gli esuberi, non ci ascolta nessuno. Ma se facciamo sciopero su acquisto di Ronaldo mi chiamano dal Portogallo”.
Oggi a Melfi si producono la 500X, la Jeep Renegade, e fino al 23 luglio la Grande Punto. Che dopo 25 anni non sarà più prodotta, almeno in Italia: “Quello che si sa è che andiamo verso i contratti di solidarietà, lavoriamo 7 giorni su 7 per 7 ore e mezza. Non abbiamo nulla contro Ronaldo. La nostra sofferenza è legata allo stipendio ma soprattutto alla vita che facciamo”.
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