La nave Mare Jonio è intervenuta in soccorso di un’imbarcazione in grave difficoltà, intorno alle 19 odierne, a 40 miglia dalla costa della Libia. Ancora in difficoltà il Governo italiano a causa del soccorso effettuato dalla nave della Marina Militare “Cigala Fulgosi”, impegnata nella missione “Mare Sicuro”, posta cioè a protezione degli interessi italiani a largo della Libia, altre imbarcazioni cariche di profughi stanno lasciando il territorio nordafricano dilaniato da uno scontro armato militare. Così anche la nave della Ong italiana Mediterranea Saving Humans si è trovata, nel tardo pomeriggio, a dover intervenire in una operazione di salvataggio. Anche in questo caso, l’imbarcazione in difficoltà distava circa 75 chilometri dalla costa nordafricana, quindi in piene acque internazionali e troppo distanti da un eventuale intervento dei pattugliatori della sedicente guardia costiera libica.
Il gommone aveva il motore in avaria ed a bordo c’erano 29 persone che si lasciavano la Libia ed i suoi orrori alle spalle. Tra i passeggeri che rischiavano il naufragio, non potendo governare il natante senza propulsione, c’erano anche tre donne, di cui una in gravidanza, e una bimba di appena un anno. La nave Mare Jonio, annuncia la Ong, ha chiesto adesso un porto sicuro al centro di coordinamento italiano. Sale adesso a 64 il bilancio delle persone salvate da imbarcazioni battenti bandiera italiana, tra la nave Cigala Fulgosi della Marina Militare e la nave Mare Jonio della Ong Mediterranea. Entrambe le imbarcazioni erano fuori portata dei guardacoste libici ed in grave “distress”, quindi in obbligo di soccorso per le imbarcazioni nelle vicinanze e non riconducibili in Libia in quanto “porto non sicuro”.
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