di Vittorio Alessandro
Il copione è identico: le morti vengono sottratte alla vista dell’opinione pubblica e dunque negate, le notizie sugli eventi ripetitivi che le producono accolte da un sempre maggiore disinteresse. Le emozioni vengono spente, oppure trasformate in rancore verso la vita degli altri, di un mondo che non è il nostro e che anzi metterebbe in pericolo la nostra sicurezza.
Non si vede come il mare sta alle prigioni libiche come le recinzioni elettrificate ai campi di sterminio tedeschi.
Il negazionismo di oggi è lo stesso degli anni Trenta finiti in tragedia; le conseguenze sulle nostre coscienze e su quelle di chi ci succederà saranno incalcolabili.
Chi è in grado di fare qualcosa per invertire la rotta di questa follia, deve farlo.
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