“Con il mancato inserimento della Coalizione guidata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti nella ‘lista nera’, il Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha perso l’opportunità di mettere la Coalizione davanti alle proprie responsabilità”. Lo scrive Save the Children esprimendo profonda delusione per il mancato inserimento della Coalizione a guida saudita nella black list delle Nazioni Unite. Una coalizione impegnata in Yemen con una guerra che ha causato un numero vertiginoso di vittime civili e tra queste di minori uccisi dai raid spietati e ciechi. Sono gli stessi dati del nuovo Rapporto delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati a legittimare la delusione dell’Organizzazione internazionale. Solo nel 2018, in Yemen, almeno 729 bambini hanno perso la vita o sono rimasti feriti a causa dei bombardamenti aerei condotti dalla Coalizione guidata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, responsabile, nello stesso arco di tempo, anche di 15 raid contro scuole e ospedali. Si tratta di quasi la metà dei 1689 bambini uccisi o feriti nel conflitto nel corso del 2018. La Coalizione saudita è la stessa cui la RWM fornisce gli ordigni prodotti in Sardegna. Fornitura adesso sospesa, come annunciato ieri dall’azienda tedesca con sede di produzione in Italia, per i prossimi 18 mesi proprio per ottemperare alla volontà italiana di non partecipare – con l’autorizzazione all’esportazione – alla strage di civili yemeniti.
Mohamad Al Asmar, Direttore Advocacy Media e Comunicazione di Save the Children per il Medio Oriente, è caustico sulla decisione presa dalle Nazioni Unite: “Le Nazioni Unite hanno documentato accuratamente gli attacchi spaventosi perpetrati contro i bambini yemeniti da parte di tutte le parti in conflitto, eppure il Segretario Generale non ha inserito la Coalizione nella lista dei responsabili per tutte le gravi violazioni contro i minori perdendo l’occasione di chiedere conto alla Coalizione dell’ennesimo anno di bombardamenti sui bambini nelle loro case e nelle loro scuole. Questa decisione dimostra che il Segretario Generale ha anteposto la politica ai bambini e che gli Stati che hanno amici potenti possono cavarsela con l’impunità sebbene distruggano le vite dei bambini”. Il rapporto è stato lanciato all’indomani di un attacco che ha colpito un mercato affollato, nel nord dello Yemen, in cui hanno perso la vita 14 persone, tra cui 4 bambini, mentre altri 11 minori rimasti feriti sono stati curati in un vicino ospedale sostenuto da Save the Children.
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