Nel corso dell’era salviniana, quando dormire sul sagrato per manifestare solidarietà alle persone sequestrate a bordo delle navi Ong per settimane era una grave colpa, a Lampedusa sono stati attaccati in vari modi – e non soltanto sui social – gli attivisti del Forum Lampedusa Solidale. Per qualche tempo, sempre per il gioco mediatico di una certa politica che cerca un volto nemico e lo aggredisce escludendo dalle attenzioni tutti gli altri, al centro del bersaglio c’era stato don Carmelo La Magra. Il parroco di Lampedusa era infatti anch’esso gravemente colpevole: in quanto pastore cristiano professava il cristianesimo anche aderendo alle dormite sul sagrato della sua Parrocchia. A fronte di tale ostinata resistenza alla disumanità dei sequestri a bordo delle navi Ong, vani ai fini degli slogan sui “porti chiusi” ma validi ai fini del maltrattamento delle persone e delle violazioni dei diritti umani, il Forum era stato oggetto delle solite frasi da parte dei leoni da tastiera di destra.
Tra il repertorio dei razzisti, scagliato contro gli attivisti, c’era di tutto: dal “dove eravate quando è crollato il ponte a Genova” al “perché non aiutate gli italiani terremotati”. Anche su scala locale, il Forum Lampedusa Solidale riceveva invettiva “locale”. Parte della popolazione isolana li accusava di darsi da fare solo quando c’erano migranti e – paradosso del’intolleranza – che del Forum facevano parte solo “forestieri”. Forse perché chi è razzista non tollera neanche gli stessi italiani che risiedono ed operano sul suo territorio “sovrano”. Tra gli attivisti del Forum ci sono lampedusani, quelli “puri”, ed anche isolani “impuri”, d’adozione. Ci sono cristiani, atei, preti e associazioni, volontari e persone che danno una mano quando possono. Ma ci sono anche altre cose, oltre che persone, che adesso il Forum Lampedusa Solidale ha deciso di comunicare alla comunità isolana con una lettera aperta in cui elenca e rivendica con orgoglio tutto quello che ha fatto oltre a dormire sul sagrato della chiesa ed aver accolto con un sorriso ed un “welcome” i migranti sbarcati sull’isola.
La lettera aperta del Forum Lampedusa Solidale:
Sì, è vero. Noi abbiamo dormito per giorni sul sagrato della chiesa di #Lampedusa, e lo abbiamo fatto perché per noi è inaccettabile torturare in mare per decine di giorni centinaia di uomini, donne e bambini.
Sì, è vero. Noi andiamo al molo Favaloro ad accogliere i naufraghi e guardandoli negli occhi diamo loro il benvenuto.
Sì, è vero. Noi ci prendiamo cura delle tombe senza nome nel cimitero dell’Isola.
Si è vero. Tra noi c’è chi lavora per portare aiuto alle persone in difficoltà, ma c’è anche chi lo fa a titolo volontario e gratuito.
Quello che gli odiatori seriali che si sfogano sul web a forza di offese e bugie non sanno è “chi” siamo e cosa facciamo.
Noi siamo quelli che chiedono la chiusura dell’hotspot di Contrada Imbriacole.
Noi siamo quelli che hanno raccolto fondi per le popolazioni colpite dal terremoto nel centro Italia.
Noi siamo quelli che hanno garantito un sostegno economico per l’abitazione a favore di alcuni utenti del centro diurno di riabilitazione psichiatrica di Lampedusa quando le Istituzioni non erano in grado di farvi fronte.
Noi siamo quelli che hanno costituito un fondo di solidarietà per le persone in difficoltà economica che sono costrette a emigrare da Lampedusa per motivi di salute.
Noi siamo quelli che hanno sostenuto gli operatori della nettezza urbana quando scioperavano per i loro diritti.
Noi siamo quelli che hanno finanziato le attività della biblioteca dei bambini di Lampedusa e che collaborano costantemente al suo funzionamento in modo volontario e gratuito, contribuendo a garantire così un diritto fondamentale ai bambini e alle bambine di quest’Isola.
Noi siamo quelli che hanno finanziato giovani artisti lampedusani permettendo loro di realizzare i propri sogni.
Noi siamo quelli che hanno finanziato la pubblicazione di un libro di ricette tipiche dell’isola realizzato da alcuni studenti dell’Istituto Alberghiero di Lampedusa.
Noi siamo quelli che hanno finanziato il progetto di orti comunitari “P’ Orto di Lampedusa” che coinvolge il centro diurno di riabilitazione psichiatrica.
Noi siamo quelli che insieme a “Lampedusa Resiste” hanno ripulito da rifiuti e plastica Cala Pisana e alcuni fortini ed hanno segnalato e denunciato la presenza di discariche di amianto e la pericolosità dei radar.
Noi siamo quelli che oggi sostengono la petizione per potenziare il servizio di pediatria a Lampedusa.
Noi siamo quelli che quando l’Isola è in difficoltà per il prolungarsi della permanenza dei migranti, contattano avvocati e parlamentari invitandoli a venire a constatare di persona la gravità della situazione che vivono le persone residenti e non.
Noi siamo quelli che fanno tutto ciò perché ritengono normale e doveroso agire per rendere migliore il luogo in cui tutti viviamo.
Noi siamo quelli che hanno smesso di lamentarsi e basta.
Noi siamo quelli che pensano che la solidarietà non vada taciuta. Pensiamo invece che essa vada rivendicata, affermata e condivisa.
Noi non siamo un’associazione, non siamo un’ONG. Tutte le nostre attività sono autofinanziate. Siamo un gruppo di uomini e donne che pensa che i diritti e la vita di tutti gli esseri umani siano un valore fondamentale sul quale costruire la comunità.
Noi siamo quelli che mentre fanno tutto ciò si divertono, creano e coltivano relazioni umane e affermano la dignità di quest’Isola.
Ci sono invece altri che, inchiodati davanti a pc e telefonini, sprecano energie odiando, spargendo fango e infettando il web con le menzogne più infamanti. Senza mai muovere un dito a tutela del bene comune.
Forum Lampedusa Solidale.
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