La città cinese di Wuhan, nel distretto di Hubei, è letteralmente ristretta in una quarantena che riguarda oltre dieci milioni di abitanti. La decisione del governo della Cina di raggiungere simili restrizioni pur di tentare il contenimento del virus 2019-nCoV è senz’altro sintomo di un rischio di diffusione maggiore rispetto alla quotidiana minimizzazione di Pechino. Il virus viaggia spedito ed il ritardo nel controllo dei suoi effetti ha permesso che questo nuovo coronavirus uscisse dai confini della Cina per raggiungere parecchi Stati. Rimane pertanto attendibile il calcolo scientifico dell’Imperial College di Londra secondo cui la diffusione è approssimabile a dieci volte il numero di persone affette accertato. Calcolo, quello dell’Imperial, certificato in Italia anche dal professor Roberto Burioni che lo indica quale plausibile molto più del numero proposto dalle autorità cinesi. Attualmente, volendo tenere conto soltanto dei dati ufficiali ricevuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), cui pervengono dall’autorità sanitaria della Cina, il virus ha raggiunto la Thailandia (con 4 casi), il Giappone, la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Sono quindi 7, ancora, i casi certificati fuori confine cinese al pomeriggio di giovedì 23 gennaio 2020. Entro i confini della Repubblica cinese sono invece 571 le persone affette dal virus 2019-nCoV, sempre secondo il bollettino ufficiale aggiornato al pomeriggio di ieri.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, organo per la salute pubblica mondiale delle Nazioni Unite, ha tenuto due riunioni per decidere se dichiarare l’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale (PHEIC). La prima riunione si è tenuta mercoledì e la seconda ieri, con la partecipazione di 15 membri e 6 advisor, ed in entrambi i casi le idee degli esperti consultati risultavano fortemente discordanti. In altre parole, una parte del comitato riteneva opportuna la necessità di dichiarare l’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale e l’altra era di avviso contrario. L’OMS ha infatti rinviato il proprio pronunciamento da mercoledì a giovedì e poi dalla mattina al pomeriggio per infine concludere che non era necessaria la dichiarazione di PHEIC. La posizione assunta dall’OMS è quindi “diplomatica” e prevede, salvo nuove accelerazioni, un ulteriore convocazione del Comitato dieci giorni dopo la conclusione di giovedì 23. Da Wuhan intanto arrivano notizie affatto confortanti. La prima è che salvo qualche ipotesi non si ha ancora alcuna certezza sull’origine animale del virus. Si ipotizza un serpente o comunque un rettile, ma non è scientificamente approvato. L’altra è che il personale sanitario è stato sensibilmente contagiato dal virus e che la città ha esaurito perfino le mascherine. La Cina, i cui precedenti sulla gestione della diffusione di nuovi virus ha pessimi precedenti (nel 2012 la minimizzazione del caso SARS ha causato conseguenze gravissime), ha deciso questa volta di annullare anche i festeggiamenti per il capodanno cinese che si sarebbe celebrato il 25 gennaio.
Non è possibile entrare né soprattutto uscire da Wuhan. Restrizioni sulla circolazione anche in altre città. La sola provincia di Hubei, cui appartiene Wuhan, conta da bollettino ufficiale 375 dei 571 casi di contagio accertati. Del totale nazionale cinese, 95 casi sono classificati gravi. Sono stati segnalati 17 decessi, e tutti provenienti dalla provincia di Hubei. Tutte persone che sono entrate in contatto con Wuhan o persone chi vi si erano recate. Wuhan è una città della Cina che vanta grandi esportazioni commerciali e voli diretti con buona parte del pianeta, inclusa l’Italia. Dalla città focolaio del virus 2019-nCoV partono tre voli intercontinentali verso l’aeroporto di Roma Fiumicino. Il tardivo allarme delle autorità cinesi ha causato ritardi di non poco conto sull’istituzione di un apposito canale sanitario all’arrivo. Il risultato è che un solo volo, quello atterrato ieri, è stato controllato in Italia prima della “quarantena di Wuhan. Prima di questo atterraggio a Roma, circa nove voli erano già partiti dal centro del focolaio ed arrivati in Italia. Non sono stati ancora accertati clinicamente come contagio di 2019-nCoV, ma già casi di polmonite quantomeno sospetta sono stati segnalati in Europa. Uno anche in Italia. Il recente fenomeno toscano di psicosi da meningite lascia presumere un analoga reazione per il coronavirus di Wuhan con conseguenze per il sistema sanitario nazionale che si troverebbe a dover fronteggiare una immotivata psicosi da 2019-nCoV in un periodo in cui è piuttosto diffusa la normale influenza virale di stagione. Per questo il Ministero della Salute italiano ha diffuso delle locandine con utili indicazioni da affiggere negli ambulatori dei medici di base e negli ospedali. Una FAQ su domande e risposte circa il virus, con indicazioni su cosa è e come comportarsi, redatta dal Ministero, è stata pubblicata ieri e la potete consultare anche cliccando sul testo evidenziato in blu che segue.
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