La vicenda che sta dirompendo nell’ambiente giornalistico non è la prova che una determinata testata giornalistica incita all’odio razziale ma che i suoi lettori sono razzisti. Se cosi non fosse, le vendite andrebbero a picco e non basterebbero i miliardi dell’editore a mantenere in vita la redazione. Invece le vendite danno ragione a chi racconta in pagina i dettagli di uno stupro, precisando tipo di penetrazione ed altri particolari utili alla Procura che indaga ed ai lettori che non sanno di avere bisogno di cure specialistiche di buon livello. Cosi come danno ragione a chi spara in prima pagina titoli come “Dopo la miseria portano malattie” alludendo ad una diretta responsabilità dei migranti per la morte di una bambina colpita da malaria. Poco importa se la malaria non si trasmette in modo diretto da uomo a uomo, è comunque utile per demonizzare i migranti. La cosa più orribile di tutta questa vicenda è che sui social rimbalzano immediatamente migliaia di post scritti da ignoranti razzisti che rilanciano la ridicola associazione del titolo letto su un giornale che da tempo non fa onore alla stampa dei giornalisti che ancora credono onestamente in questo mestiere. ll direttore di uno dei quotidiani adesso contestati anche dall’Ordine dei Giornalisti, dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e dall’Associazione Carta di Roma è da sempre considerato un controverso intellettuale. Ci si può anche spiegare la prima definizione, ma la seconda merita almeno qualche dubbio. Dubbio ancor maggiore lo merita un quesito: i quotidiani cavalcano l’onda dell’intolleranza razziale o la incitano sfregandosi le mani nel vederla crescere? Perché in Italia sono ormai davvero poche le testate non di proprietà di capi di partito ufficiali e capi di partito ombra. Se questa è la posizione delle testate di loro proprietà, xenofoba ed a tratti delirante, e i direttori stanno tranquilli sulle rispettive poltrone senza temere i consigli di amministrazione o gli sponsor, se deve obbligatoriamente dedurre che sia gli uni che gli altri siano sostanzialmente d’accordo con questa forma di comunicazione. Non si lamentino poi i giornalisti inferociti che riversano le frustrazioni sui social aggredendo e, spesso, offendendo commentatori che a loro dire “devono solo tacere”. Non se la prendano se i lettori fuggono e mentre lo fanno continuano a mettere in dubbio ogni articolo, editoriale o semplice affermazione proveniente da un giornalista professionista, perché questi hanno effettivamente perso diritto ad informare ed anche ad opinare. A loro restano solo due opzioni: i lettori razzisti, fascisti, xenofobi e pornografi oppure gli ex lettori che li ripudiano semplicemente. E questa seconda categoria non sempre è composta da gente avveduta. In certi casi invece si compone di persone che preferiscono credere al blog sugli “alieni che vivono tra noi” piuttosto che ad un quotidiano meno peggio degli altri. Quindi risulta sempre più facile far pensare alle masse ciò che “il manovratore” desidera. Si assiste così all’assurdo anche accendendo la Tv. Per giorni le edizioni di pranzo e cena dei Tg – senza contare i programmi di approfondimento o addirittura “Dalla vostra parte” che da lunedì non verrà più condotto da Maurizio Belpietro – hanno aperto con la notizia per loro più importante: lo stupro di Rimini ad opera di extracomunitari. Degli altri 2.399 stupri che ogni anno avvengono in Italia, ovviamente, chi se ne fotte! Perché questo è utile il giorno in cui serve un caso di estrema violenza commesso da “quelli che i buonisti vorrebbero accogliere”. Utile a spazzare via le violenze che in questo momento sono costretti a subire quei migranti che non vogliamo più soccorrere e far sbarcare in Italia. E se gli aguzzini libici li violentano come o peggio delle quattro bestie di Rimini o li uccidono a suon di torture? Beh, anche qui: e chi se ne fotte? Abbiamo la dimostrazione che sono cattivi con l’episodio di Rimini grazie al quale si possono aprire per giorni i Tg e mettere in prima pagina in edicola anche i più miserabili dettagli della violenza; basterà a compensare o no?! Nel frattempo gli Stati Uniti vogliono piazzare missili a lunga gittata e testata nucleare in Corea del Sud in sedicente risposta ai test della Corea del Nord mentre la Cina avverte che quei missili a Seul verrebbero intesi come minaccia alla propria superpotente nazione, ma anche qui un bel “e chi se ne fotte!” e la notizia slitta in terza o quarta posizione. Giusto un po’ prima dello sport. Ma su questi “dettagli” nella lettura dei giornali pochi si accorgono. Come non si accorgono dell’importanza che ha un pestaggio consumato da un migrante rispetto alla scarcerazione di un italiano che ha ucciso con le proprie mani un migrante per odio razziale. Come non viene notato che si parla per giorni di uno stupro – che per inciso merita una pena più che severa – ma si mettono da parte gli omicidi di mafia di Puglia, Sicilia, Campania ecc. Molti invece apprezzano il bombardamento mediatico sui negri cattivi, sui migranti che portano malattie – adesso anche la malaria – e su presunte “invasioni” che legittimano le azioni di Governo e gli accordi con persone con le quali forse non ci si dovrebbero stringere neanche le mani. Ma soprattutto legittimano l’odio razziale di buona parte degli italiani. Proprio a questa parte del popolo geneticamente più ibrido che il mondo conosca bisogna adesso dire: rassegnatevi, siete razzisti! Altrimenti ascolti e copie vendute giustificherebbero la chiusura delle redazioni in questione.
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