di Mauro Seminara
La giornata di Porto Empedocle è stata piuttosto travagliata ieri. Alle dieci del mattino è arrivata in porto la nave umanitaria della organizzazione non governativa Sea Watch. Ormeggiata sulla punta del Molo di Levante, la “Sea Watch 3” ha atteso con 211 naufraghi a bordo i controlli sanitari con particolare riguardo ad una persona che presentava sintomi parzialmente compatibili con quelli provocati dal Covid-19. A breve distanza, un paio di centinaia di metri, attendeva ormeggiata sulla stessa banchina la cosiddetta “nave quarantena” Moby Zazà della Compagnia Italiana di Navigazione. La nave, noleggiata dal Governo italiano per circa un milione di euro al mese, ha concluso a metà mese di giugno i suoi primi 30 giorni di milionario noleggio.
Nel pomeriggio è stato fatto il tampone alla persona migrante soccorsa tra le altre dalla Sea Watch 3 e qualche ora più tardi è arrivato l’esito sulla banchina di Porto Empedocle. Il migrante è risultato negativo al Covid-19 e la riduzione di rischio ha permesso l’organizzazione del trasferimento dalla nave umanitaria alla nave quarantena delle persone che fino a quel momento si trovavano ancora a bordo del rimorchiatore con bandiera tedesca. L’operazione di trasferimento, contrariamente a quanto affermato ieri da alcune testate, non ha avuto il via prima della tarda serata.
Circa un paio d’ore prima della mezzanotte i pullman erano in banchina a breve distanza dalla Sea Watch 3 con ambulanza e vari mezzi delle forze dell’ordine. Il trasferimento è avvenuto nel corso della notte quindi, con il tragitto da una nave all’altra percorso su pullman da media 60 posti. L’operazione, documentata, si è svolta a banchina interdetta ed in orario notturno, con inizio alle 23 del 21 giugno e fine trasferimento con imbarco già ad inizio 22 giugno 2020. In porto, ancora questa mattina, rimane la Sea Watch 3 cui è stato però notificato l’obbligo di quarantena al largo dello stesso porto.
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