di Mauro Seminara
Per quanto riguarda la gestione dei migranti che approdano in Italia, l’unico aspetto che sembrava aver messo tutti d’accordo, dal Governo nazionale al sindaco di Lampedusa e passando anche per il Governo regionale siciliano, era rappresentato dalle cosiddette “navi quarantena” noleggiate a suon di milioni di euro dei contribuenti. Queste avevano il compito di garantire la sicurezza sanitaria degli italiani proteggendoli dall’invasore e untore clandestino. Un gravissimo rischio cui venivano esposti i cittadini italiani che nel frattempo si assembravano pacificamente in locali estivi orgiasticamente affollati e senza alcuna misura di sicurezza sanitaria, come ad esempio l’ormai nota mascherina. Attività, quelle italiane, che spianavano la strada – o l’autostrada – al ritorno dell’epidemia di contagi che puntualmente si sta ripresentando in autunno con tutte le incertezze su scuola e lavoro mentre i media diffondevano le “simpatiche” esternazioni di deliranti negazionisti radunati anch’essi in assembramenti non sanzionati. Le navi quarantena però trovavano il consenso di tutti, indistintamente, e sotto il plauso dell’opinione pubblica si moltiplicavano pur risultando un sistema inadeguato già sotto il profilo numerico. Tra una nave quarantena e l’altra infatti si continuava a trasferire persone migranti con le navi traghetto che collegano le Pelagie alla Sicilia, oppure su motovedette, per temporanee sedi di seconda accoglienza dopo lo sbarco a Lampedusa.
Le navi GNV “Allegra” e “Rhapsody” in rada a Palermo il 20 settembre 2020
Per meglio comprendere che qualcosa sfugge alla logica, in questa faraonica operazione da oltre un milione di euro al mese per ogni singola nave noleggiata, è sufficiente osservare la movimentazione della nave “Rhapsody” di Grandi Navi Veloci. Tra l’altro, una delle più grandi della flotta GNV da quarantena per numero di ospiti isolati a bordo. La Rhapsody domenica si trovava nella rada del porto di Palermo, con oltre 800 persone migranti a bordo. Erano il risultato di una operazione quantomeno opinabile di imbarco mediante il peschereccio-passerella del vicesindaco di Lampedusa e Linosa quando il mare non permetteva l’approdo sulla maggiore delle Pelagie e del resto degli imbarchi effettuati in porto appena 48 ore dopo l’urgente e pericoloso traffico di trasbordi in mare.
Un momento del trasbordo delle persone dalla motovedetta della Guardia di Finanza alla nave quarantena GNV Rhapsody attraverso il peschereccio Alantic II il 5 settembre 2020 davanti la costa di Lampedusa
Prossimi al fine isolamento di 14 giorni a bordo della attuale ammiraglia della flotta da quarantena, i migranti sarebbero dovuti sbarcare e potevano farlo nel porto di Palermo che attualmente appartiene a quelle poche infrastrutture idonee e prive di tensioni sociali circostanti. Ma forse era troppo semplice e così la nave è stata spostata dal porto del capoluogo siciliano, in cui si trovava fino a domenica, a quello del porto agrigentino di Porto Empedocle in cui ha ormeggiato già lunedì 21 settembre. Nel porto empedoclino non sono mancate le passerelle fine a se stesse cui siamo ormai abituati. La sindaca ha infatti manifestato il proprio dissenso sulla banchina all’arrivo della nave, pretendendo “garanzie”.
Le persone migranti scendono da nave Rhapsody a Porto Empedocle mediante una porta laterale il 22 settembre 2020
Le garanzie sono arrivate poche ore più tardi con oltre 300 – 500 secondo la stampa locale – “ordini del questore”. Si tratta del cosiddetto “foglio di via”, un documento firmato appunto dal questore che dispone il divieto di reingresso sul territorio nazionale e ordina l’abbandono dello stesso entro sette giorni dalla notifica. In altri termini, si ordina ai migranti che hanno investito tutto per raggiungere l’Italia con pericolose barche di trovare le risorse necessarie all’acquisto di biglietti aerei con cui tornare in Patria entro e non oltre una settimana dalla consegna del predetto ordine del questore. Inutile dire che chiunque, a partire dallo stesso questore che ne ha firmati centinaia già solo per i migranti della Rhapsody, sa che nessuno dei migranti “ordinati” si affretterà ad abbandonare il territorio nazionale.
Così, dopo un paio di settimane sulla nave che è costata circa 650 euro a persona migrante per il solo ed esclusivo noleggio, cui vanno aggiunti servizi di Croce Rossa, trasferimenti ed altro, si abbandonano le persone in strada con un chiaro invito alla clandestinità. E questa, motivo di tutta l’invettiva politica e sociale degli ultimi anni, oggetto esclusivo di intere campagne elettorali, viene in questo modo ulteriormente alimentata in un periodo in cui proprio per l’Italia il permesso di soggiorno ai migranti è garanzia di monitoraggio sanitario.
Sulla banchina del porto di Porto Empedocle, con la nave Rhapsody che da posizione impossibile per la stampa faceva sbarcare le persone attraverso una porta laterale, nel cuore della notte si sono visti partire alcuni pullman senza alcuna scorta. Poi, dalle quattro in poi e fino a sole già alto, il lungo braccio di porto era diventato il primo chilometro delle persone che il sistema di “accoglienza” all’italiana abbandonava alla propria sorte dopo una faraonica quanto inutile quarantena. Persone che erano salite sulla Rhapsody già con esito tampone Covid negativo la lasciavano con in mano il “foglio di via” ed una bottiglietta d’acqua da mezzo litro. Questo il patrimonio di chi con gli indumenti che aveva addosso e niente più si apprestava ad iniziare la propria vita da clandestino in Italia.
Come i clandestini che sono stati accolti ed assistiti insieme a disabili, clochard nostrani ed altri vulnerabili dalla missione palermitana di Biagio Conte che adesso è il focolaio Covid-19, mini zona rossa, scoperta da quella Sanità pubblica regionale che fa capo prima di tutti alla Presidenza della Regione di Nello Musumeci, paladino delle “navi quarantena” e delle ispezioni sanitarie nei centri per migranti della Sicilia. La parola qui più volte ripetuta, “clandestino”, è quindi riferita alla condizione cui sono state costrette queste persone dal punto di vista sanitario. Persone che da Porto Empedocle viaggeranno prima verso Palermo, sede della Presidenza della Regione Siciliana e porto in cui si trovava la Rhapsody fino al giorno precedente, e dal capoluogo siciliano verso le originali destinazioni. Una persona non in regola con i documenti, neanche in via temporanea, non chiama il Servizio Sanitario se accusa sintomi influenzali che potrebbero essere riconducibili al virus Sars-CoV-2 del Covid-19. Risultato? Oltre un milione di euro al mese per ogni singola “nave quarantena” e poi centinaia di fantasmi costretti a fuggire al controllo sanitario nel pieno dell’emergenza con cui si giustifica il noleggio delle navi. Come testimoniano le foto scattate la scorsa notte, 22 settembre 2020, tra questi nuovi fantasmi della società civile italiana ci sono anche nuclei familiari con bambini.
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