A margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite,ieri, nel contesto dell’assemblea dei ministri degli Esteri, Angelino Alfano ha incontrato il suo omologo libico Mohamed Sayala. I ministri degli Esteri italiano e libico hanno avuto uno scambio informale a margine dei lavori. Il ministro Alfano ha espresso apprezzamento per l’efficacia della collaborazione tra Roma e Tripoli sul fronte dei flussi migratori. “La diminuzione dell’immigrazione illegale – avrebbe detto Alfano a Sayala secondo dichiarazioni rese dal Ministero libico alla stampa – negli ultimi due mesi è stata incoraggiante”. La riduzione a cui fa riferimento il ministro degli Esteri italiano vede una riduzione del 21% su base annua del relativo periodo e dell’80% circa da inizio accordi di contenimento con la Libia.
Se per il ministro degli Esteri è incoraggiante la diminuzione degli arrivi, lo è meno quello relativo alle vittime. Non accenna infatti a diminuire il dato relativo alle morti nel Mediterraneo centrale causate dalla tratta di migranti. Ieri un gommone partito dalla costa libica sotto il controllo di Dabbashi e dei trafficanti, tra Sabratha e Zuwara, è naufragato al largo causando oltre cento vittime. Lo ha confermato all’Ansa l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, portavoce della Marina Militare libica: “Oltre cento migranti sono dati per dispersi”. La tragedia si sarebbe consumata a breve distanza dalla costa e, secondo l’esiguo ed imprecisato numero di superstiti, sul gommone erano circa 120. Lunedì altri tre cadaveri erano stati sbarcati nel porto di Augusta da una nave della Marina Militare irlandese insieme a 522 migranti.
Gli accordi di contenimento italo-libici per la gestione dei flussi migratori potrebbero registrare l’abbattimento degli arrivi rispetto al record del 2016 ma causare di contro un sensibile incremento delle vittime in mare ed anche nel deserto a sud del Paese nordafricano. Il piano di “governo dei flussi” prevede infatti l’attuazione già in corso delle partenze e lo sviluppo, quale seconda fase, della dotazione ed addestramento della Guardia Costiera libica e l’avvicinamento dei centri di detenzione sul territorio agli standard umanitari europei. Nel frattempo però sono state allontanate dalla costa della Libia le navi delle Ong ed anche la Guardia Costiera italiana opera fino ad una distanza notevole dalla costa che oggi deve essere sotto il controllo unico della Libia. Il risultato si è visto lo scorso fine settimana, quando una flottiglia di gommoni ha mandato in tilt i libici costretti a lasciare intervenire le Ong e navi militari di altri Paesi. Il naufragio testimoniato ieri potrebbe quindi non rimanere un caso isolato.
Nella foto di copertina Angelino Alfano e Mohamed Sayala a New York con in fotomontaggio un naufragio sullo sfondo per sottolineare la coincidenza temporale degli eventi
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