Ucraina, la vita nel campo profughi al confine – VIDEO
Scene dal campo profughi di Tesca, nella città di Przemysl, al confine polacco con l'Ucraina, dove i profughi ucraini trovano un pasto caldo ed indumenti in attesa di un treno o un pullman che li accompagna lontano dalla guerra che si sta consumando nella loro patria
La temperatura è rigida e tra le tende approntate in
emergenza e le montagne di indumenti donati e messi a disposizione di chi è
fuggito senza adeguato abbigliamento, compaiono anche improvvisati bracieri
davanti cui scaldarsi. Questo lo scenario che si presenta al campo profughi di
Tesca, nella città di Przemysl. La stessa città polacca che ha malamente
cacciato il leader del partito italiano Lega ricordando davanti una schiera di
giornalisti quale t-shirt pro-Putin aveva indossato tempo addietro. Alla
stazione di Przemysl, in Polonia, i profughi ucraini si fermano dopo aver
superato il varco frontaliero di Medyka. Qui è stato approntato un
“hotspot” con aiuti umanitari. Un punto di raccolta dal quale
organizzare il proseguo di viaggio per quanti, smarriti e con la propria vita
abbandonata alle spalle, oltre una sbarra bianca e rossa che delimita il
confine dell’Ucraina, verranno accolti dagli stati membri dell’Unione europea. Dalla
stazione partono i treni ed i pullman gratuiti per i profughi. Nel frattempo ci
sono a loro disposizione tende, indumenti, pasti caldi e tanta solidarietà. La
distribuzione è affidata a volontari. Poi ci sono i volontari fai-da-te che
offrono aiuto e passaggi verso la Germania e altre possibili destinazioni. Scene
surreali per l’Europa del 2022.
Videoreporter, classe 82, ha studiato economia aziendale presso l’università di Catania. Formandosi sulla piattaforma tecnologica NATO-JADL su campi specifici dei Paesi in conflitto, si avvicina al mondo del giornalismo nel 2011 durante un progetto universitario nella terra dei faraoni al Il Cairo, in Egitto, documentando l’anniversario della "Primavera araba" che condusse alla caduta di Hosni Mubarak. Con un campo d’interesse definito sulle tematiche internazionali, nel 2014 parte freelance embedded per il sud del Libano ed il Kurdistan iracheno, contribuendo per un breve periodo anche alla rivista tematica Combat Arms oltre a qualche pubblicazione su Panorama TV. La crisi migratoria nel Mediterraneo lo porta a collaborare dal 2015 con alcune tra le più importanti agenzie giornalistiche internazionali quali Agence France-Presse e Associated Press. Dal 2018 è video stringer per l’agenzia di stampa italiana Local Team ed inizia a coprire anche altre tematiche ed eventi. Nel 2017, in una serata invernale fredda e piovosa di Lampedusa, decide di supportare e collaborare al progetto Mediterraneo Cronaca, convinto che la testata possa diventare un faro di riferimento su ciò che accade nel mare nostrum.
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