Nell’ambito delle quotidiane operazioni finalizzate al soccorso in mare dei migranti ed al contrasto dello sfruttamento dell’immigrazione clandestina che la Guardia di Finanza svolge nel canale di Sicilia, nella notte fra il 2 ed il 3 ottobre, i militari in forza alla Brigata Guardia di Finanza Lampedusa e al Reparto Operativo aeronavale di Palermo, unitamente all’equipaggio di un elicottero e di una unità navale Guardacoste del Gruppo Aeronavale di Messina, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, uno “scafista” tunisino.
Le operazioni di soccorso sono iniziate alle ore 18:50 del 2 ottobre, quando nelle acque territoriali nazionali, prossime all’isola di Lampedusa, veniva intercettata una motobarca in legno di circa 8 metri con numerosi immigrati a bordo. Ricevuto l’allertamento, la Sala Controllo Operativo della Guardia di Finanza di Lampedusa, faceva rapidamente convergere in zona operazioni l’unità navale del Corpo, che intercettava il natante segnalato, con a bordo 23 persone, individuando, il soggetto ai comandi dell’imbarcazione anche attraverso video riprese eseguite dall’elicottero del Corpo che ha seguito dall’alto tutte le operazioni di salvataggio dell’ennesima carretta del mare.
Tutti gli immigrati, sono stati quindi condotti presso il Molo Favaloro del Porto di Lampedusa, ed affidati alle prime cure del personale sanitario che opera presso l’Hotspot di Lampedusa. Contemporaneamente, a seguito dell’identificazione dello scafista, un tunisino di 22 anni è stato tratto in arresto dai militari della Brigata della Guardia di Finanza di Lampedusa e dal Reparto Operativo Aeronavale di Palermo per aver favorito l’ingresso in territorio nazionale di 22 persone di nazionalità tunisina, fra cui 4 minori, e per aver esposto i migranti trasportati in pericolo di vita, circostanza che sempre incombe su questo genere di traversate.
L’operazione, svolta proprio mentre in Lampedusa erano in corso i preparativi per onorare la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, in ricordo dei 366 migranti che persero la vita nel naufragio del 3 ottobre 2013, è stata diretta dall’Autorità Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Agrigento, che ha disposto l’immediata traduzione in carcere dello “scafista” arrestato. La successiva udienza di convalida ha confermato il quadro indiziario raccolto dai Militari delle varie componenti territoriali e aeronavali operanti a stretto contatto e coordinamento.
Commenta per primo