Ad appena tre settimane dal voto per la Presidenza della Regione Sicilia tiene banco nel panorama politico siciliano la questione degli “impresentabili”. Ci sarebbero infatti troppi candidati all’Assemblea Regionale Siciliana che secondo la legge Severino non sarebbero ammissibili. Scrutando bene le liste si trovano condannati, rinviati a giudizio e personaggi in odor di mafia che, per le elezioni regionali siciliane, risultano annuncio di scarsa volontà di cambiamento in favore del mantenimento degli equilibri che hanno fino ad oggi contribuito alla condizione pietosa in cui versa la Sicilia. Sugli impresentabili dovrebbe pronunciarsi la commissione Antimafia guidata da Rosy Bindi che era già attesa a Palermo prima del comunicato rinvio. Un eventuale incisivo intervento della Commissione parlamentare antimafia potrebbe rimescolare drasticamente le carte pochi giorni prima delle elezioni che si terranno il 5 novembre.
L’ Ufficio elettorale della Corte d’Appello di Palermo ha rigettato il ricorso del candidato alla Presidenza della Regione siciliana Franco Busalacchi. La lista regionale “Noi Siciliani con Busalacchi-Vox Populi- Sicilia Libera e Sovrana” era stata ricusata dal Tribunale del capoluogo siciliano per presunti errori di forma. Le difformità consistevano nell’assenza di alcuni timbri sui moduli di sottoscrizione. Difetto che ha portato il Tribunale a non convalidare 1.200 firme su 1.825 presentate a fronte delle 1.800 necessarie. Secondo l’avvocato Lillo Massimiliano Musso non sarebbe l’unico listino regionale a riscontrare questo difetto e tre giorni addietro si era detto intenzionato a “far saltare il banco” asserendo che se non sarebbe stata ammessa la lista di Busalacchi si sarebbe impegnato nella contestazione degli altri listini contenenti le medesime difformità. L’allusione di Musso è alle liste minori che confluiscono a sostegno dei candidati major alla Presidenza.
Nei giorni scorsi Busalacchi aveva dichiarato che non fare partecipare alle elezioni “perché manca un timbro di congiunzione tra due fogli uniti da una spillatrice mi sembra un paradosso”. Il ricorso in appello non è stato ammesso per la lista regionale ma sono state ammesse cinque liste provinciali che consentono alla lista di continuare in qualche modo a sperare. L’avvocato Lillo Massimiliano Musso, indicato come vicepresidente da Busalacchi, ha quindi proceduto con un ricorso al TAR. Il Tribunale Amministrativo potrebbe sospendere la decisione della Corte d’Appello rimettendo in corsa la lista “Noi siciliani con Busalacchi”.
La lista di Busalacchi è stata ammessa a Messina, dove invece è stata ricusata la lista di Rosario Crocetta – l’unica provincia in cui il governatore si era candidato – che attende adesso l’esito del ricorso. Se respinto, per Crocetta si tratterebbe di un danno accompagnato da una sonora beffa: ha rinunciato al simbolo del suo movimento, il Megafono, per dare una mano al sindaco di Palermo Leoluca Orlando che dal canto suo non è riuscito a presentare l’annunciata lista dei sindaci. I rumors della dietrologia politica vedono una volontarietà nell’errore del governatore uscente, interessato ad una poltrona in Parlamento più che alla permanenza all’ARS. Le stesse voci indicano infatti quale frutto dell’accordo tra Rosario Crocetta ed il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi l’errore che causa l’inammissibilità della lista di del governatore. Anche i candidati della lista dei sindaci di Orlando pare siano confluiti direttamente nella lista del rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari. Lista in cui rimane però di peso l’influenza di Crocetta e del non pervenuto Megafono.
Altri due candidati alla Presidenza della Regione Sicilia esclusi dal Tribunale sono Piera Lo Iacono della lista civica “Per il lavoro” e Pierluigi Reale di Casa Pound. Al momento quindi i candidati alla presidenza della Regione restano cinque: Nello Musumeci con la coalizione di centrodestra, Giancarlo Cancelleri per il Movimento 5 Stelle, Fabrizio Micari per la coalizione di centrosinistra con il contributo dei centristi di Angelino Alfano, Claudio Fava per la sinistra sostenuta da Articolo 1 Mdp e Roberto La Rosa per i “Siciliani Liberi”.
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