Continua l’accusa da oltreoceano di ingerenza sulla politica italiana ad opera del leader del Cremlino. L’ultima accusa in ordine di tempo è quella formulata dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden. Una influenza che viene spacciato per rivelazione di influenza. A far apparire forse addirittura ridicola la ripresa dell’intervista che Biden ha rilasciato a Foreign Affairs è il modo in cui viene rilanciata. C’è anche chi apre l’articolo giornalistico scrivendo: “La Russia ha interferito con il referendum costituzionale italiano dell’anno scorso, e sta aiutando la Lega e il Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni parlamentari”. Una affermazione priva di virgolette, qui riportate perché letteralmente l’attacco dell’articolo, che sembra essere un fatto acclarato e garantito dal giornalista che firma il pezzo. La differenza tra “La Russia ha…” e “La Russia avrebbe…” la conosce chiunque, anche chi prosegue con “La denuncia viene dall’ex vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in un articolo pubblicato sulla rivista…”. Resta che secondo l’ex vicepresidente americano, uomo ambizioso che brama un ritorno alla White House in grande stile, la Russia avrebbe interferito nel referendum costituzionale italiano del 4 dicembre 2016. Addirittura, l’orso siberiano guidato da Vladimir Putin lo avrebbe fatto in supporto dei movimenti politici Lega Nord e Movimento Cinque Stelle.
Probabilmente nessun giornalista con cui Joe Biden ha parlato dall’intervista a Foreign Affairs in poi si è arrischiato di chiedere di quali droghe fa uso, ma il dubbio c’è. L’esito del referendum, come constatato dall’istituto demoscopico Ipsos, e di cui vi abbiamo reso conto in un precedente articolo, oggi sarebbe invariato e vincerebbe quindi ancora il No che ha stravinto nel 2016. La consultazione referendaria in oggetto, tra l’altro, ha visto la battaglia mediatica più feroce ed invasiva che gli italiani ricordino per un referendum dalla Repubblica in poi. Invasione mediatica del Governo proponente, e non certo dei politici “sponsorizzati” dal Cremlino. In Italia, giusto per rinfrescare la memoria, contro la riforma voluta da Matteo Renzi si sono spesi i migliori costituzionalisti italiani e non soltanto i partiti. Tra i partiti contrari alla riforma inoltre erano presenti anche il centrodestra berlusconiano – non soltanto la Lega di Salvini – e parte dello stesso partito del riformista premier Matteo Renzi. Già che si fa menzione della dura campagna referendaria, è giusto ricordare che in Italia gli schieramenti si erano sostanzialmente divisi in due diversi tipi di “batterie di fuoco”: Giornali e Tv da una parte e Web dall’altra. Mentre accendendo la televisione si vedeva onnipresente Matteo Renzi poi ripreso dai giornali in edicola l’indomani, sul web rimbalzavano e si condividevano le interviste Tv – da fasce orarie e contenitori di più magro audience – che rilasciavano costituzionalisti quali Rodotà, Zagrebelsky, De Siervo, Onida e tanti altri. Inoltre, a far pendere il risultato verso la bocciatura della riforma, invece che il Cremlino, ha contribuito fortemente la promessa del proponente Matteo Renzi di “andare a casa” in caso di sconfitta. Ed a fronte di una simile opportunità non c’era Cremlino che tenesse.
L’ex vicepresidente Biden accusa il Cremlino di aver fatto vincere gli oppositori della riforma, Lega e M5S, lo scorso 4 dicembre e non si ferma qui. La Russia starebbe influendo anche sull’opinione politica italiana in vista delle prossime elezioni politiche che si dovrebbero tenere i primissimi giorni di marzo del prossimo anno. Dietro queste affermazioni ci sarebbe poi tutta una teoria complottistica trans-siberiana secondo cui Putin non sarebbe poi così forte come leader come vorrebbe far apparire ed una forte crisi economica che avrebbe colpito la Russia partendo dal crollo di Gazprom. Quello che Joe Biden non spiega è come questi annunci, e il conseguente martellamento dei media che riprendono la notizia e rilanciano pagine su pagine con la presunta “contaminazione” dei due movimenti politici, altro non facciano che influenzare l’opinione politica italiana verso altri partiti. Joe Biden, quindi, accuserebbe senza prove la Lega Nord ed il Movimento Cinque Stelle di strani patti con il Cremlino mentre con le stesse accuse influenza l’elettorato italiano – complici i media nazionali – contro la Lega ed il Movimento. Cosa ci potrebbe essere dietro un simile “endorsement boomerang” non è difficile da ipotizzare: Biden è il vicepresidente di Barack Obama, presidente che invitò più volte alla Casa Bianca Matteo Renzi con tanto di onori, che lo sostenne e che sosteneva la forzata campagna referendaria; inoltre quel vertice di Washington sostenne la candidatura di Hillary Clinton come la sostenne fortemente dall’Italia il team toscano di Matteo Renzi, rinunciando alla opportuna neutralità di un Paese straniero e satellite come l’Italia. Si potrebbe quindi dedurre che gli Stati Uniti stiano continuando ad influenzare l’elettorato italiano in favore di un personaggio in particolare e contro quei movimenti ostili, o non del tutto allineati, alla politica a stelle e strisce. Influenza che dagli States arriva sotto forma di denuncia: “Il Cremlino influenza la politica italiana”. E questa non è una barzelletta.
Commenta per primo