Due milioni di profughi. Oltre 10.000 morti. Sono i numeri della guerra che la coalizione a guida saudita sta conducendo i Yemen contro gli Huthi. Solo nelle ultime due settimane si contano 136 morti tra i civili. Persone che nulla hanno a che vedere con la guerra che Arabia Saudita e Stati Uniti hanno deciso di fare agli oppositori del Governo con sede ad Aden. L’ultimo attacco pare abbiano tentato di sferrarlo gli Huthi, con un missile lanciato in direzione di Riad. Non è chiaro se gli Huthi contavano di riuscire a colpire il palazzo reale al-Yamama nel quale si teneva un vertice politico. Il missile, che secondo gli alleati di Riad sarebbe di fabbricazione iraniana, pare essere stato intercettato dallo scudo missilistico saudita prima che raggiungesse la capitale. Non risulta che ci siano state vittime di alcun genere. L’Iran torna però nel mirino della coalizione saudita-statunitense ed infiamma ulteriormente la condizione del Medio Oriente già avvolto dal caos conseguente alla decisione di Washington di trasferire a Gerusalemme la propria ambasciata in Israele. Oggi il nuovo tentativo Huthi di colpire in casa gli autori dei continui e massicci raid aerei che li colpisce, ormai quotidianamente, dopo il lancio del 4 novembre. Anche in quel caso il missile era stato intercettato e distrutto prima che colpisse il bersaglio previsto nell’aeroporto della capitale. La notizia è stata immediatamente rilanciata da tutte le testate, incluse quelle notoriamente poco interessate alle vittime yemenite ed ai bombardamenti continui che stanno devastando lo Yemen come è stato fatto in Siria. La guerra procede dal 2015, anno in cui Arabia Saudita, Stati Uniti ed alleati hanno deciso di intervenire nel conflitto interno tra il Governo di Abd Rabbuh Mansur Hadi e gli Huthi guidati da Abd al-Malik. Da due anni il numero dei civili morti sotto le bombe sganciate dai droni, sauditi ed a stelle e strisce, per colpire gli Huthi è cresciuto in modo esponenziale. I due milioni di profughi sono una delle ultime emergenze umanitarie causate da guerre di ingerenza statunitense.
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