di Roberto Greco
Si celebra oggi l’Indipendenza della Tunisia. Fu raggiunta il 20 marzo 1956 e rappresenta un evento chiave nella storia moderna del paese nordafricano. Nonostante le polemiche, l’indipendenza nel paese è ancora associata a Habib Bourguiba, primo presidente e pater patriae della Tunisia. Bisogna però registrare che la liberazione dalla dominazione francese, non sarebbe mai potuta avvenire senza il contributo di uomini e donne che hanno guidato il movimento per la liberazione e la fondazione dello Stato moderno. I nomi delle persone che, con altra visione e altro approccio, guidarono nel tempo la lotta di liberazione a tutti i livelli. Si tratta di Mongi Slim, Taieb M’hiri, Ali Belhouane, Sadok Mokaddem, Ferjani Belhaj Ammar, Hedi Chaker, Abdelaziz Thaalbi, Mahmoud Materi, Hedi Khefacha e Tahar Ben Ammar, Behi Ladgham e Salah Ben Youssef. Eppure, a più di sei decenni dall’indipendenza, il paese affronta ancora diverse e articolate vulnerabilità, in parte caratterizzate dalla successione di sette capi di governo in sei anni.
In Tunisia l’indipendenza è conquistata per opera del Partito nazionalista Neo-Destur guidato da Habib Burghiba, un leader politico tunisino che si era laureato a Parigi in Giurisprudenza e in Scienze Politiche. Il sistema politico della Tunisia indipendente si basa sul dominio di un unico partito, il Destur – ribattezzato nel 1964 partito socialista Destur e ancora nel 1988 Raggruppamento costituzionale democratico – guidato fino al 1987 da Burghiba. Diversamente da ciò che accade in Marocco, Burghiba e l’élite che lo circondava diedero allo Stato tunisino una connotazione rigorosamente laica. Il Codice di diritto privato approvato nel 1956 riconosceva la parità dei diritti agli uomini e alle donne, proibiva la poligamia e sottoponeva le questioni concernenti matrimonio e divorzio ai tribunali civili. Negli anni seguenti anche altre pratiche religiose sono scoraggiate se non esplicitamente proibite, per esempio le donne non possono indossare il velo negli edifici pubblici. Ma nella seconda metà degli anni settanta il governo di Burghiba, perde smalto e porta la Tunisia verso un lento declino. Bisogna attendere il 1987, quando Burghiba verrà deposto per senilità, e il suo incarico verrà ricoperto da Zine el-Abidine Ben Ali, che guiderà dittatorialmente la Tunisia fino al 2011, quando esploderà la protesta popolare che lo costringerà a scappare. Il processo di transizione, lento e doloroso, è costellato di episodi di sangue. L’attuale situazione politica vede un possibile ed ennesimo cambiamento di governo, che potrebbe porre fine all’esecutivo guidato dal giovane premier Youssef Chahed. Proprio oggi è previsto il discorso del presidente della Repubblica, Beji Caid Essebsi, che di Bourguiba fu uno dei migliori allievi.
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