Via Fani, “BR” sulla lapide

A scoprire l’atto vandalico intorno alle 2 sono stati i Carabinieri di pattuglia della Stazione Roma Monte Mario. Già in mattinata le lettere rosse sono state cancellate. Seconda azione in un mese

In copertina: Lapide di via Fani imbrattata le lettere "B" e "R" scritte con vernice rossa

Imbrattata la lapide commemorativa di Aldo Moro e della sua scorta in via Fani a Roma, con una scritta che inneggia alle Brigate Rosse. Tracciata con lo spray rosso, riporta la scritta B.R. a caratteri cubitali.
Il monumento preso di mira è la nuova lapide intitolata ai Martiri del 16 marzo 1978, inaugurata dalla sindaca Virginia Raggi in occasione dell’anniversario della strage di via Fani, e posta a un centinaio di metri dal luogo in cui avvenne l’agguato.
A scoprire l’atto vandalico intorno alle 2 sono stati i Carabinieri di pattuglia della Stazione Roma Monte Mario. Sono in corso i rilievi e le indagini a cura dei Carabinieri.

Dal 16 marzo una telecamera videosorveglia la lapide

Potrebbero essere individuati grazie alle immagini delle telecamere gli autori dell’oltraggio alla lapide dedicata alla scorta di Aldo Moro a via Fani. A pochi metri dal monumento, infatti, all’incrocio con via Stresa, è stata posizionata una nuova telecamera con l’obiettivo di contrastare questo tipo di azioni.
La telecamera è stata installata in occasione dell’inaugurazione della nuova lapide il 16 marzo scorso per il quarantennale dalla strage, dopo che il precedente monumento era stato a sua volta oltraggiato. Per arrivare all’individuazione dei responsabili, il Nucleo investigativo dei Carabinieri ha richiesto le immagini di tutte le telecamere della zona.

Due scritte oltraggiose in un mese in via Fani

Solo un mese fa, il 21 febbraio scorso, un’altra scritta oltraggiosa era comparsa in via Fani, luogo in cui il 16 marzo 1978 vennero trucidati i quattro uomini della scorta di Aldo Moro e il politico Dc venne rapito: “A morte le guardie”. La scritta in quell’occasione, in vernice nera e con a lato disegnate una svastica e una runa, fu ritrovata intorno alle 7.15 del mattino sul basamento di cemento della lapide commemorativa.
La targa infatti era stata rimossa per lavori di restauro in occasione del quarantennale dell’agguato.

Già in mattinata le lettere rosse sono state cancellate

Sono già intervenuti gli operatori dell’Ama per rimuovere le scritte oltraggiose dal monumento dedicato alla scorta di Aldo Moro. Le lettere B R, sigla delle Brigate Rosse, scritte in vernice rossa nei due lati della lapide, sono state cancellate in pochi minuti con le cosiddette lance a pressione.
Precedentemente i Carabinieri della Stazione Monte Mario, intervenuti sul posto, avevano adagiato due corone di fiori per coprire le scritte in attesa dell’intervento degli uomini dell’Ama.

Gero Grassi: “Questo è il rispetto verso i morti”

Un primo commento da Gero Grassi, PD, della Commissione Moro: “Questo è il rispetto verso i morti. Si continua ad inneggiare alle Brigate Rosse dimenticando lo Stato di diritto. Attenzione la sottovalutazione è pericolosa”.

Emanuele Fiano: “Scritta BR gesto scellerato contro la memoria del Paese”

“Una mano criminale ha imbrattato il monumento che ricorda le vittime dell’agguato di via Fani. Gesti scellerati che seguono parole irresponsabili pronunciate contro le vittime di una stagione di lutto e dolore. Imbrattare i nomi delle vittime è un crimine contro la memoria del Paese che oggi come allora respinge il terrorismo, difende la democrazia e non intende dare spazio a chi non ha dimostrato né un ravvedimento umano per il male fatto, né la consapevolezza dei danni arrecati all’Italia. Chi di dovere accerti e punisca i responsabili. Alle forze democratiche il compito di non dare spazio a chi vorrebbe riportare indietro le lancette della storia.” Lo dice Emanuele Fiano, parlamentare del Partito Democratico.

Giuseppe Fioroni: “Inquietante oltraggio ai martiri di via Fani”

“Il ripetuto oltraggio ai martiri di via Fani nel luogo che ha visto il rapimento di Aldo Moro non è solo gravissimo ma assai inquietante. Non si può derubricare come qualcosa di poco conto, non si può sottovalutare”. Lo dice Giuseppe Fioroni, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul caso Moro. “Tanti fermenti scuotono il nostro paese, aggravati da una complessa situazione internazionale. L’Italia – conclude Fioroni – come e più del passato, deve rispondere con forza ed efficacia ad ogni tentativo di riaprire una stagione definitivamente archiviata”.

Marco Agostini – Agenzia DIRE
www.dire.it

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