Procedono i tentativi di liberazione di Cipro, ma le posizioni di Atene ed Ankara restano rigide e la completa indipendenza dell’isola sembra continuamente sfuggire. Malgrado la mediazione direttamente supervisionata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ed i passi avanti fatti per rendere un dialogo costruttivo tra le parti, sull’isola persistono presenze ingombranti che impediscono alle parti di fare il primo passo. Lunedì c’è stato un nuovo inasprimento del “costruttivo” dialogo, quando il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias ha preteso il ritiro delle truppe turche da Cipro. Presupposto difficilmente accettabile da Ankara che presidia quella che ha arbitrariamente proclamato Repubblica Turca di Cipro del Nord con 35.000 soldati. Di contro, la Turchia intende mantenere la propria presenza a tutela della comunità turco-cipriota temendo azioni espulsive di questa minoranza. La negoziazione in corso a Crans-Montana, in Svizzera, che Gutierres ha definito “un’occasione storica per raggiungere una soluzione globale del conflitto che ha diviso Cipro per troppi decenni” sembra sfuggire man mano che ci si avvicina. Cipro è infatti una isola contesa da oltre quattro decenni e sul suo territorio convivono “repubbliche” greche, turche e britanniche. Un contesto difficile che prevede un primo passo di una delle parti con il proprio ritiro perché si riesca a restituire una integra autonomia alla Repubblica di Cipro.
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