di Roberto Greco
Il multimilionario e finanziere Bernard Baruch, in un discorso pronunciato alla Camera dei rappresentanti della Carolina del Sud, conia il termine “Guerra fredda” per descrivere i rapporti tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Era il 16 aprile 1947. La frase rimase impressa, e per oltre 40 anni fu un pilastro nella lingua della diplomazia americana.
Baruch aveva lavorato come consulente per i presidenti americani in materia di politica economica ed estera sin dai tempi di Woodrow Wilson. Nel 1919 fu uno dei consiglieri degli Stati Uniti alla Conferenza di pace di Parigi che pose fine alla prima guerra mondiale. Durante gli anni ’30, consigliò spesso Franklin D. Roosevelt e membri del Congresso sulla finanza internazionale e sulle questioni riguardanti la neutralità. Dopo la seconda guerra mondiale, diventò consulente di fiducia per la nuova amministrazione di Harry S. Truman. Il suo discorso nell’aprile del 1947, tuttavia, fu dato in un contesto completamente diverso. Un suo ritratto, nativo del Sud Carolinian, doveva essere appeso nella Camera dei Rappresentanti dello Stato, e Baruch fu invitato per la sua inaugurazione. La maggior parte degli ospiti si aspettava che avrebbe tenuto un breve discorso, invece Baruch si lanciò in un attacco bruciante ai problemi del lavoro industriale nel Paese. Solo attraverso l’unità tra il lavoro e il management, dichiarò, gli Stati Uniti potevano sperare di svolgere il loro ruolo di forza maggiore grazie alla quale il mondo poteva rinnovarsi fisicamente o spiritualmente. Chiese più settimane lavorative, il divieto allo sciopero. Riteneva fondamentale che gli affari e l’industria americana si unissero. “Non lasciamoci ingannare: siamo oggi nel bel mezzo di una guerra fredda. I nostri nemici si trovano all’estero e a casa. Non dimentichiamolo mai: i nostri disordini sono il cuore del loro successo. La pace del mondo è la speranza e l’obiettivo del nostro sistema politico; è la disperazione e la sconfitta di coloro che stanno contro di noi. Possiamo dipendere solo da noi stessi”, dichiarò Baruch. Il termine “Guerra Fredda” fu immediatamente accettato dai giornali e dalle riviste americane come una descrizione appropriata della situazione tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica: una guerra senza lotta o spargimento di sangue, ma comunque una battaglia.
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