La situazione politica sta coinvolgendo tutti gli italiani nel dibattito causato dallo stallo nella formazione di un Governo e nella condizione del sistema istituzionale. In molti casi però si evince una rancorosa partecipazione più prossima ad una tifoseria che ad un dibattito con cognizione di causa. Sempre meno diffusa è infatti la conoscenza del sistema istituzionale tracciato dalla Costituzione. Nelle scuole, ormai da parecchi anni, è anche scomparsa la materia con cui ai ragazzi veniva insegnata la differenza tra un presidente della Repubblica ed un presidente del Consiglio dei ministri, le prerogative del Parlamento o anche semplicemente come nasce una Legge. Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del 2 giugno giornata celebrativa nazionale, istituita per ricordare la nascita della nostra Repubblica, intende sottolineare l’importanza della divulgazione dell’evento all’interno delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
Soffermandosi poi adeguatamente sul ruolo centrale che la scuola svolge nella formazione delle nuove generazioni di cittadini nell’educazione e la conoscenza, nell’integrazione e nel senso di appartenenza nazionale, nell’impegno proattivo allo sviluppo e all’avanzamento della nazione. A tal proposito si incentiva, in questi ultimi giorni di scuola, l’approccio multidisciplinare alla creazione di dibattiti, laboratori e altre forme di approfondimento sui valori e simboli repubblicani, sulla tematica voto femminile e sulla riappacificazione dei partiti per il bene della nazione, tematica quanto mai attuale visto gli episodi di cronaca politica di questi giorni. Anche il mondo della scuola attento spettatore del dibattito pubblico invita i principali partiti a prendere a modello i fondatori della nostra repubblica al fine di giungere al più presto ad un clima di distensione nazionale, fondamentale per la convivenza civile.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda che: “A tal proposito è fondamentale interessare e sensibilizzare le nuove generazioni intorno alle tematiche dell’identità nazionale partendo dalle radici storiche quali la liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e l’esigenza dei cittadini di ricostruire un processo democratico che portasse alla definizione di un nuovo assetto di Stato concretizzato il 2 e il 3 giugno del 1946 con il primo referendum a suffragio universale della storia che sancì la nascita della Repubblica. Al contempo furono eletti i membri dell’Assemblea Costituente con il compito di redigere la nuova Carta costituzionale oltre che votare la fiducia al governo, approvare le leggi di bilancio e ratificare i trattati internazionali. Per velocizzare i lavori fu istituita la commissione per la Costituzione, cosiddetta commissione dei 75, rispettando la composizione dell’assemblea.”
La nota firmata dal professor Prof. Ronny Donzelli, del Coordinamento, aggiunge altri interessanti spunti sull’origine di una travagliata ma esemplare Repubblica: “Gli uomini e le donne che ne fecero parte lavorarono non per immediati e particolari riscontri ma con un’ottica di lungo periodo per il bene della nazione. I valori e il valore delle persone che vi parteciparono sono tutt’oggi evidenti e apprezzati come anche lo sforzo d’intesa fatto per realizzare la Costituzione definito anche “compromesso costituzionale” frutto di un dibattito politico aperto e di reciproche rinunce e vittorie. Una importante vittoria fu anche la rappresentanza femminile all’interno della commissione 75, dove ben 5 membri di sesso femminile per la prima volta nella storia d’Italia poterono confrontarsi al pari con gli uomini su tematiche di fondamentale importanza per il futuro della nazione.”
“Auspichiamo che in occasione di questa ricorrenza – conclude la nota del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani – scuola e famiglie collaborino per sviluppare nei giovani cittadini dello Stato un senso di appartenenza intorno a comuni valori costituzionali di inclusione e tolleranza partendo dalla lettura dell’art. 1 della Costituzione.”
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