di Mauro Seminara
La terza nave della flotta turistica Captain Morgan ha lasciato il porto per posizionarsi a 13 miglia come la “Europa II” e la “Bahari“. Si tratta della “Atlantis“, ammiraglia della piccola flotta di navi che portavano in giro i turisti intorno all’isola-Stato. Sulla Europa II, da circa tre settimane ormai, vivono circa 57 persone ammassate su un battello le cui recensioni turistiche non erano lusinghiere già solo per una gita giornaliera. L’approssimazione numerica è inoltre dovuta, vista la scarsa trasparenza dell’operazione. L’imbarcazione, come le altre, staziona a 13 miglia dalla costa, in acque internazionali anche se in fascia di contiguità, fuori dalla portata della stampa ma anche delle agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di migranti e rifugiati.
Dopo la Europa II, il Governo maltese ha ingaggiato la Bahari, della stessa flotta, per altri migranti da tenere alla larga da Malta. Sulla seconda barca sono 120 circa le persone tenute in ostaggio fuori dal diritto internazionale e lontane da punti di accesso alla richiesta di riconoscimento dei propri diritti. A dieci persone, che si trovavano a bordo della Bahari, come riporta il Times of Malta, sarebbe stato concesso eccezionalmente lo sbarco a La Valletta di una decina di persone tra le quali bambini ed una donna in stato di gravidanza. La Bahari è un piccolo battello di 25 metri scarsi che, come si evince dal video di Matthew Mirabelli per il Times of Malta, balla parecchio già in porto senza grandi onde a minare la sua stabilità. A 13 miglia dal porto, premessa la dubbia liceità del battello per la navigazione d’altura, la permanenza a bordo dei migranti ostaggio sarà stata definibile anche sotto il profilo della tortura. La Bahari si trova in mare dal 7 maggio e dopo quasi due settimane la flotta Captain Morgan sostituisce il piccolo battello di 23,6 metri con l’ammiraglia della flotta: la Atlantis (foto d’apertura).
La Atlantis è una imbarcazione con caratteristiche analoghe a quelle di Europa II e Bahari, lunga quasi 40 metri e miracolosamente autorizzata al trasporto di 499 persone per le gite giornaliere estive sotto costa. Le persone migranti che si trovavano a bordo della Bahari, che nei giorni scorsi non riusciva a stare ferma in posizione a causa del moto ondoso da compensare con navigazione continua sul posto, cede quindi il passo alla Atlantis. Le navi, fino a quanto pubblicato dalla stampa locale maltese sulla base delle dichiarazioni rese dal governo del premier Robert Abela relativamente alla Europa II ed alla Bahari, erano state noleggiate al costo base di 3.000 euro al giorno l’una. Oltre 150.000 euro, fino ad oggi, per una operazione di trattenimento al largo di naufraghi soccorsi in acque internazionali dall’AFM (le Forze Armate di Malta) ed alle quali è stato così negato un porto sicuro di sbarco e l’accesso a richiesta di protezione. L’operazione maltese, inoltre, se ben meno costosa della faraonica operazione italiana con il noleggio delle navi Rubattino e Moby Zaza, non prevede alloggi o cabine, assistenza a bordo, servizi igienici adeguati per tipologia e quantità.
Quella messa in atto da Malta ha molti punti in comune con l’ipotesi di reato di sequestro di persona con l’aggravante della coazione per cui i primi di luglio l’ex ministro dell’Interno inizierà il proprio processo penale. I migranti vengono trattenuti dai maltesi a bordo di imbarcazioni non idonee e, a differenza delle navi italiane, in acque internazionali fino all’intervento dell’Unione europea che nel frattempo dichiara di stare valutando “con urgenza” il da farsi. Intanto, sempre dalla stessa disastrata Unione, viene severamente richiamata Malta per alcune presunte violazioni. Oggetto della lettera della Commissione europea al Governo de La Valletta però non sono le persone ma il tonno rosso. La Commissione ha infatti inviato “una lettera di costituzione in mora a Malta per il rispetto delle norme sul tonno rosso“. L’ambito giuridico su cui si sta muovendo Malta con l’operazione dei migranti sulle Captain Morgan sarebbe quello innescato dall’Italia con il suo decreto interministeriale partorito frettolosamente, e senza vaglio delle possibili conseguenze, il 7 aprile in occasione dell’avvicinamento della nave Ong Alan Kurdi con 150 naufraghi a bordo. Sarebbe quindi l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Sars-Cov-2, quindi il Covid-19, il motivo per cui Malta tiene al largo circa 180 persone su due battelli da gita in barca, senza assistenza sanitaria né legale. Sul caso, dopo tre settimane dal respingimento con il “vascello fantasma” Dar Al Saalam 1 ed il trasbordo dei primi 57 naufraghi sulla Europa II, l’Unione europea tace come anche molte agenzie delle Nazioni Unite apparentemente poco preoccupate del trattamento degradante imposto agli esseri umani che, ovviamente, non sono tonni rossi.
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