di Mauro Seminara
Raffica di barche e barconi carichi di migranti raggiunge Lampedusa in poche ore ed una si ribalta davanti ai soccorritori che, per l’occasione, pare siano arrivati fino a quindi miglia dall’isola. Tre miglia oltre il confine delle acque territoriali italiane, ma sempre entro quell’area SAR che divide la responsabilità degli Stati e quindi il diritto alla vita delle persone in mare. Il barcone, infatti, secondo quanto riferito dal breve comunicato stampa congiunto (Guardia Costiera e Guardia di Finanza) ricevuto, sarebbe avvenuto “alle 3:30 circa di stanotte durante le operazioni di trasbordo di migranti su motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, a circa 15 miglia a sud di Lampedusa, al limite delle acque SAR italiane”. Poco si conosce sulla dinamica del capovolgimento, già verificatosi in passato anche vicino Lampedusa con due naufragi di fine anno 2019.
I migranti finiscono quindi tutti in mare. Si sente nel video girato dal ponte della motovedetta della Guardia di Finanza il vento forte che satura la traccia audio catturata dal microfono della videocamera. Il mare non è in condizioni ottimali e le due motovedette che tentano di circoscrivere l’area e lanciare elementi di salvataggio in mare riescono a salvare 47 persone prese a bordo delle due unità navali. Sulla motovedetta della Guardia Costiera ne vengono soccorse 40, altre 7 persone vengono tirate su dai finanzieri. Dalle prime testimonianze risultano mancare all’appello tra le cinque e le dieci persone. La barca capovolta rimane intano chiglia in su vicino la motovedetta SAR classe 300 della Guardia Costiera e non si sa se sotto ci sono persone. Tra i dispersi, da quanto abbiamo appreso, uno potrebbe essere classificato come corpo di vittima dispersa in mare perché sprofondata tra gli abissi sotto gli occhi di testimoni. Il mare in questo periodo dell’anno non perdona, sia entro che fuori dagli invisibili confini delle acque territoriali e delle aree SAR che molti Paesi hanno attribuite senza essere in grado di farvi fronte, come Malta e – per pressante intercessione dell’Italia – la Libia con le loro rispettive sconfinate parti di Mar Mediterraneo che mai saranno in grado di coprire adeguatamente.
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